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La Madonna delle Lacrime a Villasanta

Si sta svolgendo proprio in questi giorni un appuntamento-evento per la chiesa di Sant’Anastasia e per l’intera comunità religiosa: il pellegrinaggio da Siracusa, Sicilia, del reliquiario della Madonna delle Lacrime.
La reliquia, giunta a Villasanta domenica 19 maggio è in questi giorni oggetto di venerazione da parte della comunità cattolica, che ha organizzato celebrazioni liturgiche, che sono state e saranno occasione per approfondire, di giorno in giorno, importanti tematiche sociali, quali migranti, giovani, anziani, associazioni, famiglie e comunità.
La storia della Madonna delle Lacrime è stata raccontata, fra gli altri, dal Parroco del rione siracusano ove il quadretto si trovava, Don Giuseppe Bruno, il quale ha assistito a ogni singola fase della vicenda, dalle perplessità iniziali fino all’effettiva constatazione del miracolo. Un quadretto su fondo nero, raffigurante il Cuore Immacolato di Maria, un bassorilievo in gesso dipinto da vari colori, acquistato nel 1953 in un emporio di Siracusa per L. 3.500, quale regalo di nozze per due giovani sposi, Angelo Iannuso e Antonina Lucia Giusto. Conservato presso il capezzale degli sposi in Via degli Orti di S. Giorgio n. 11 a Siracusa, nella notte tra il 28 e il 29 agosto 1953, tra i convulsi dolori per la gravidanza, Antonina vide che la Madonna del suo capezzale piangeva. La notizia si sparse fino a tutta la città. Nella mattinata successiva, anche sotto gli occhi della Polizia, la “Madonnina” ha versato lacrime sei o sette volte: si dovette constatare che la Madonna piangeva veramente.
C’era chi gridava al miracolo e chi non credeva, prospettando la possibilità di un trucco. Si dispose così un severo servizio d’ordine, capitanato dalla Polizia, dalla scientifica e dallo stesso padre Bruno. La stessa Chiesa, infatti, si è disposta davanti all’evento con iniziale scetticismo e prudenza, auspicando l’accertamento tecnico-scientifico di quanto si asseriva in merito alla lacrimazione del quadretto e quindi procedere ad un sufficiente prelievo del liquido per sottoporlo ad un rigoroso esame scientifico.
La Commissione scientifica, insieme a molta gente accorsa per assistere, nella mattina del 1 settembre si recò presso l’abitazione degli sposi per l’analisi del quadretto, conservato in un cassetto, coperto da una tovaglietta bianca. Si volle anche smontare l’immagine di gesso dalla lastra di supporto e si poté constatare che il gesso era perfettamente asciutto. Gli occhi della Madonna, invece, erano davvero coperti di liquido. L’immagine fu accuratamente asciugata con cotone e, poco dopo, l’immagine cominciò a manifestare gli occhi gonfi di lacrime, che scesero poi rigando il volto e andandosi a raccogliere nel cavo della mano. Tutti i presenti tentarono di assorbire qualche lacrima con del cotone, ma i chimici poterono comunque assicurarsi liquido sufficiente per assicurare la validità dell’analisi scientifica.
Dal momento in cui i chimici poterono raccogliere le lacrime sgorgate in loro presenza, la Madonna non ha pianto più.
L’analisi del liquido sgorgato dagli occhi della Madonnina fu lunga e meticolosa e fu relazionata il 9 settembre 1953. Il liquido, confrontato con il secreto lacrimale di un adulto e di un bambino di due anni e sette mesi, facevano riscontrare la stessa composizione e le stesse sostanze escretorie del tipo di lacrime umane.
Il reliquiario contenente le lacrime della Madonnina rimarrà conservato presso la Chiesa di Sant’Anastasia fino alla prossima domenica 26 maggio, quando Monsignor Franco Agnesi – vescovo ausiliario e vicario generale di Milano celebrerà la messa solenne di conclusione della settimana mariana.

2 Comments

  1. Ragazzi, siamo ancora qui con le lacrime della madonna… Ma come facciamo a progredire se rimaniamo incrostati a queste ridicole tradizioni? Poi prendiamo in giro i primitivi immigrati africani… Ma andate al diavolo

    • Trovo il commento assolutamente fuori luogo, sia in qualità di autrice dell’articolo sia come lettrice del giornale.
      L’articolo si limita a relazione l’evento all’epoca in corso, di grande importanza per la comunità religiosa locale, oltre che per la cittadina, avendo esso portato molti fedeli a visitare la chiesa parrocchiale e, quindi, il centro storico.
      Per meglio comprendere ed apprezzare l’importanza dell’evento, la sottoscritta si è premurata di narrare la storia del miracolo. Ognuno è libero di crederci oppure no: lo scopo categoricamente non è la propaganda religiosa.
      Il commento, cui qui replico, a mio modo di vedere, intende suscitare inutili polemiche politiche, che non hanno niente a che vedere con l’evento relazionato nell’articolo.

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