cultura

Tauromachia in Brianza

No, non seguono uno sviluppo cronologico, papà non voleva essere classificato per periodi”. Lo racconta la figlia, Maria Anastasia, accompagnando Il Punto nella visita alla mostra dedicata all’opera del padre – Omaggio a un Maestro: la grande pittura di Giuseppe Colombo– in corso di svolgimento nella sede del Circolo Amici dell’Arte a chiusura e coronamento del calendario di iniziative in occasione del 60° di fondazione del sodalizio.

Le 20 opere, che colpiscono il visitatore con la loro forza e il loro dinamismo, testimoniano piuttosto tre grandi temi sui quali Giuseppe Colombo ha lavorato nel corso della sua vita: la tauromachia, la famiglia e la Brianza. Completano inoltre la rassegna una cartella di acquarelli, anch’essi dedicati alla Brianza, e di opere grafiche dedicate a Venezia.

Mio padre – prosegue Maria Anastasia, che della mostra è la curatrice – amava moltissimo la Spagna e sentiva una attrazione particolare per i tori e le corride, tanto da partecipare ogni anno, in gioventù, alla festa di San Firmino a Pamplona correndo davanti a tori nel gruppo dei più coraggiosi che li guidano per le vie della città.

E i tori, quasi sorpresi nell’istante del loro movimento più vitale e possente, riempiono le pareti della sala mostre del CAA intervallati da maternità in cui riecheggia una Spagna anche picassiana e da vedute di una Brianza in cui le colline, i campi e gli alberi – gli alberi di gelso, soprattutto, così familiari e scabri – bastano da soli a descrivere il carattere di un territorio.

Ma c’è anche un Colombo inaspettato con una Bancarella di fiori in grande formato che fino ad ora solo in pochi hanno potuto vedere. “Il quadro – racconta Maria Anastasia Colombo – è stato dipinto da mio padre nel ’75 ed è stato esposto, molti anni fa, solo alla Galleria Civica di Monza; fu acquistato da un privato e io stessa non l’avevo mai visto fino a quando sono stata contattata dagli eredi dell’acquirente i quali, non avendo un posto per appenderlo, hanno deciso di donarmelo. La pennellata è immediatamente riconoscibile – aggiunge – ma certo il soggetto è inusuale.”

Classe 1931, Colombo compie la sua formazione alla civica scuola Paolo Borsa e all’Accademia di Brera sotto la guida di Marino Marini dove impara a padroneggiare pittura e scultura, discipline che si alterneranno lungo l’arco di una carriera che lo vedrà impegnato anche in monumenti civili e in committenze sacre, come la facciata di San Gerardo a Monza, l’Arcangelo sul timpano della chiesa di Parabiago solo per citarne alcuni. Restano naturalmente i tanti interventi a Villasanta, qui ricordiamo: le vetrate di Sant’Anastasia, il portale di ingresso e il graffito absidale della chiesa di San Fiorano, l’affresco di San Gerardo in via Confalonieri.

Le sue opere sono presenti in molte collezioni private non solo in Italia ma anche all’estero, in Spagna e in Francia in particolare grazie ai suoi frequenti soggiorni giovanili.

Da non dimenticare, infine, l’impegno didattico: Colombo è stato professore di scultura e pittura al liceo artistico del Preziosissimo Sangue di Monza e di storia dell’arte e copia dal vero alla Paolo Borsa.

Con questa mostra – nota la presidente del Circolo Amici dell’Arte, Claudia Sala – si chiudono le iniziative dedicate al 60° di fondazione del nostro sodalizio, che sono iniziate a giugno con i madonnari in piazza del Comune e hanno segnato una tappa importante anche con la retrospettiva delle attività svolte dalla fondazione ad oggi che si è svolta in Villa Camperio nelle settimane scorse.” Chi conosce un po’ la storia del CAA e ha potuto visitarla, ha senz’altro ritrovato il filo rosso che ne ha legato l’attività nel corso degli anni: le mostre collettive – la prima nel ridotto del Cinema Lux il 14 ottobre del ’62 – i concorsi, le conferenze.

Indubbiamente – riconosce Claudia Sala, che da anni guida il Circolo con mano sicura – una mostra come questa dedicata a Giuseppe Colombo avrebbe trovato una cornice più degna in Villa Camperio e noi del Circolo siamo molto grati a Maria Anastasia che invece ha voluto allestirla qui per ricordare non solo che suo padre è stato uno dei soci fondatori – nel 1962, insieme a Gaudenzio Sacchi e Enrico Erba – ma anche per sottolineare l’affetto e l’attenzione che ha sempre nutrito nei confronti di questa associazione.

Attivo ininterrottamente dalla sua fondazione, il Circolo Amici dell’Arte conta oggi circa 200 soci, di cui solo la metà villasantesi; al suo interno resta la tradizionale divisione fra pittori e fotografi e organizza corsi di arti figurative – pittura, incisione, acquarello – e di fotografia per appassionati e corsi per le scuole.

Le mostre, le conferenze di storia dell’arte, le visite alle mostre e i viaggi fotografici sono una costante della nostra attività; abbiamo soci storici e noti in paese e fuori per la loro attività artistica che continuano a frequentarci perché vogliono bene al Circolo e non fanno mai mancare il loro sostegno, abbiamo i corsisti che si iscrivono perché attratti da un corso particolare e poi confermano l’adesione di anno in anno ma vorremmo innestare idee nuove su questa solida base. Rivolgo dunque un invito a giovani ad avvicinarsi e scoprirci.

L’occasione potrebbe proprio essere data da una visita alla mostra in corso, aperta fino al 21 dicembre il martedì e il mercoledì dalle 15 alle 18.30 e il sabato e la domenica dalle 15 alle 19.

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