città

Ceci n’est pas “un presèpi”

Mille ore di lavoro stavolta non sono bastate. Del resto la pensata l ‘aveva avuta lui, Giancarlo Paleari, in piena autonomia, come sempre.

Presepista ufficiale di San Fiorano da una trentina d’anni, Paleari propone ad ogni santo Natale una propria personalissima interpretazione di natività collocando l’evento in contesti che traggono origine dalla Storia ma finiscono per collegarsi a temi d’attualità.

Giancarlo Paleari  è, di fatto, l’erede della tradizione secolare dei presepi in parrocchia, rappresentata, cent’anni fa,  prima dalla famiglia dei sacrestani Farina e in seguito, per decenni, da Angelo Magni.

Si trattava, allora, di allestimenti minimalisti, molto sobri. Anno dopo anno, tuttavia, le scenografie venivano aggiornate co variazioni sorprendenti, dall’acqua corrente che azionava le pale del mulino, alla mangiatoia con fieno a giochi di luce che creavano fantastici tromp-l’oeil da lasciare noi bambini con gli occhi spalancati di stupore.  

Queste vere e proprie opere sacre, in santa Anastasia, hanno costituito per lungo tempo un polo d’attrazione turistica: venivano da fuori per vederle. Per questo Natale 2022 Giancarlo Paleari ha messo molta carne al fuoco ma c’è di più, l’ha voluta presentare in modo del tutto nuovo perché, abbandonate ambientazioni bibliche, la capanna della Natività lui l’ha trasferita sul sagrato virtuale su cui si affacciano le chiese di Villasanta. Un messaggio subliminale che riecheggia l’altra nascita recentissima in paese, quella della Comunità Pastorale “Madonna dell’aiuto”.

Stabilito il contesto, si è trattato di dargli vita. Paleari è in possesso di una propria magistrale attitudine, saper modellare qualsiasi tipo di materia; dalla cartapesta al cartone ondulato, dal compensato al legno e il tutto gli riesce con semplicità tale da divertirsi un mondo. Sono oltre sessant’anni che realizza splendidi modellini di aereo, automobili, navi e quant’altro; tutta roba che i suoi nipotini gli hanno saccheggiato.

Ebbene, trasferire questa sua capacità nella prospettiva di un plastico delle chiese e di tutti gli altri angoli storici del paesello che racchiudessero icone votive oppure edicole dedicate ai santi alla Madonna e che in qualsiasi modo richiamassero a una devozione collettiva è diventato l’obiettivo scenografico del presepe. Senza dimenticare, anzi, il grande abbraccio nevoso delle Grigne e del Resegone che a tutto questo scenario fanno da sfondo naturale.

Compagno d’avventura di Giancarlo è stato Mario Guzzi che si è occupato dell’impianto elettrico e della illuminazione di tutti ma proprio tutti gli ambienti di maggiore importanza nel presepe. Perché l’autentico valore artistico dell’intera opera, detto della quantità delle costruzioni e del significato filosofico che l’accompagna, sta proprio nei mille dettagli che fanno di questo magnifico plastico il pezzo di pregio del Natale 2022

Sarebbe veramente necessario che il presepe esposto nella chiesa di San Fiorano venisse presentato da un incaricato ad hoc perché gli edifici più rappresentativi del plastico, non si limitano a farsi apprezzare per la sconcertante verosimiglianza col reale ma sono stati accuratamente cesellati anche nei particolari interni, dai pavimenti agli altari, dal pulpito alle balconate al battistero. Un lavoro davvero eccezionale. Che, tra l’altro, attende ancora le ultimissime rifiniture: Paleari ha deciso che sulle cime montuose che fanno da sfondo debbano apparire le “Capanne”; luoghi che il Club Alpino di Villasanta considera delle seconde case; costruzioni che sono state realizzate in totale fedeltà di stile con l’originale.

Credo davvero che queste mille ore di devozione operativa meritino uno sguardo. La bellezza vuole sempre la propria parte, non è vero?

Ma continuo a pensare che Giancarlo Paleari, in conclusione, mi abbia nascosto il fine ultimo di questo lavoro: lanciare il prossimo “Buon Natale” come augurio di un buon inizio. Un invito a ricercare un percorso magari non facile. Ma a farlo in comunità.

Scrivi un commento