Da Gabriella Garatti, coordinatrice del Tavolo per l’Ambiente e l’Ecologia, riceviamo questo contributo che volentieri pubblichiamo.
È la conferenza spettacolo A qualcuno piace caldo – con le musiche dal vivo del famoso e omonimo film diretto da Billy Wilder nel 1959 – l’appuntamento proposto per sabato 15 marzo alle 16 in villa Camperio nell’ambito della rassegna Città Sostenibili, azioni e strumenti per costruire il futuro, promossa dai volontari del Tavolo Ambiente ed ecologia.

Sdrammatizzando un tema che allarma e mette in ansia molti, il professor Stefano Caserini, voce narrante dello spettacolo, trasmetterà in modo coinvolgente informazioni scientifiche e indicherà possibili soluzioni che riguardano sia i governi sia le azioni e i comportamenti di noi cittadini.
Caserini, ingegnere ambientale e dottore di ricerca, insegna Mitigazione dei cambiamenti climatici presso il Politecnico di Parma, dove lavora sui temi dell’inquinamento dell’aria e delle strategie di riduzione delle emissioni in atmosfera.
I volontari del Tavolo permanente per l’ambiente e l’ecologia da tempo mettono in atto azioni per mitigare il fenomeno del riscaldamento globale e le sue conseguenze sul clima coinvolgendo i cittadini e proponendo all’amministrazione comunale progetti di sostenibilità ambientale.
Nella rassegna si parla di azioni a tutela della biodiversità, mobilità sostenibile, energia da fonti rinnovabili e comunità energetiche solidali.
I più informati sanno che il riscaldamento globale e i cambiamenti climatici stanno provocando gravi danni non solo all’ambiente ma anche alla salute fisica e mentale; sempre più si sente parlare di eco-ansia o ansia climatica, termini con cui si intende l’ansia o la preoccupazione per le minacce ecologiche che il nostro pianeta sta sperimentando, in particolare tra giovani.

Infatti, secondo dati ISTAT, in Italia il 70,3% dei giovani tra i 14 e i 19 anni si dice preoccupato per i cambiamenti climatici. Anche i ragazzi di Fridays for future, il movimento internazionale ambientalista di protesta costituito principalmente da studenti, ha recentemente parlato di eco-ansia.
L’Unicef ha recentemente pubblicato un articolo dove afferma che il cambiamento climatico sta influenzando quasi ogni aspetto della salute e del benessere dei bambini: dalla gravidanza all’adolescenza.
Nel 2005, il filosofo australiano Glenn Albrecht, ha coniato il termine solastalgia per descrivere lo stato di angoscia provocato dalle conseguenze dei disastrosi mutamenti ambientali. “Letteralmente – ha affermato – la solastalgia è il dolore o la malattia causati dalla perdita o mancanza di conforto e dal senso di isolamento connesso allo stato attuale della propria casa e del proprio territorio.”

Riconoscere e parlare di questi fenomeni, così come impegnarsi in prima persona per combattere le cause che inducono i cambiamenti climatici, può contribuire ad alleviare lo stato ansioso.
Parlare di questi temi può risultare difficile per molti genitori e adulti. È naturale voler proteggere i bambini dalle preoccupazioni e dalle ansie connesse a questa emergenza, ma è probabile che ne siano già coinvolti sentendone parlare a scuola, online o dagli amici. I giovani stanno sperimentando quotidianamente gli effetti dei cambiamenti climatici sulle loro vite, sia attraverso esperienza dirette, sia attraverso i mezzi di comunicazione; mancano però messaggi di fiducia e di speranza nel futuro.
L’aggravarsi della crisi climatica ha evidenziato la necessità di un approccio più integrato e universale che ha portato nel 2015 all’Accordo di Parigi e all’approvazione dell’Agenda 2030 con l’impegno di tutti i 193 stati membri dell’ONU, ma oggi dopo 10 anni a che punto siamo?

Come sono stati declinati 5 pilastri fondamentali (Persone Pianeta Prosperità Pace Partnership)che rappresentavano le aree essenziali per uno sviluppo sostenibile?
L’Accordo di Parigi ha fissando l’obiettivo di limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5°C. Eppure il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato a livello globale superando di 1,5 gradi centigradi il livello preindustriale. Che fine a fatto l’accordo di Parigi del 2015 che prevedeva interventi di mitigazione?
Che fine farà l’impegno dell’Unione Europea che mirava a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, così come stabilito dal Green Deal?
Gli accadimenti degli ultimi anni hanno spostato l’attenzione su altro, epidemia, guerra, alluvioni, siccità, effetti conosciuti del riscaldamento globale che però anno distolto l’attenzione dalle cause e dalle azioni di mitigazione da mettere in atto.
Ricominciamo da qui con maggiore convinzione e determinazione, seguite e partecipate alle attività del Tavolo Permanente per l’Ambiente di Villasanta.
Contattateci attraverso il settore lavori pubblici e ambiente del Comune di Villasanta.
Per approfondire, alcuni link utili indicati da UNICEF
- dando il buon esempio, ispirandoti alla Campagna Cambiamo ARIA
- utilizzando un linguaggio appropriato per parlare del fenomeno ai più giovani, seguendo per esempio questi semplici consigli:Sei consigli su come parlare di cambiamento climatico
- parlando apertamente dell’importanza della salute mentale: Pubblicazione: parliamo di salute mentale e benessere psicosociale
- invitando i propri figli ad informarsi sui cambiamenti climatici e su come possono contribuire a cambiare le cose: Pubblicazione: Sui diritti delle persone minorenni e l’ambiente
- Glossario sul clima per giovani attiviste/i
- Pubblicazione: strumenti per l’azione climatica
https://www.unicef.it/media/cambiamenti-climatici-e-salute-mentale-di-bambini-e-adolescenti
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.