Corpo Musicale

Con gli Ottoni in CC, la musica entra nel carcere

È stato un concerto di fiati inconsueto quello che si è svolto sabato nel carcere di Monza e che ha visto suonare insieme i giovanissimi musicisti della PiùTost Band – costola giovanile della nostra banda – gli studenti della Color Orchestra dell’istituto del Preziosissimo Sangue di Milano e alcuni detenuti.

Con, in aggiunta, un “contributo” degli studenti dell’indirizzo musicale dell’istituto Montale di Carnate.

Non è la prima volta che accade e non dovrebbe essere l’ultima.

Stiamo infatti parlando di uno degli appuntamenti del progetto Ottoni in CC, che il Corpo Musicale di Villasanta svolge da oltre un anno nella casa circondariale monzese.

Nato quasi per caso l’anno scorso, a seguito di un concerto eseguito dalla banda nella struttura di via Sanquirico, Ottoni in CC ha rapidamente assunto i contorni di un corso di musica vero e proprio, che in questo momento coinvolge 10 detenuti.

Ad animarlo sono Sergio Stucchi, vicepresidente del Corpo Musicale cittadino e responsabile del progetto, e Sabrina Sanvito, che dirige la piccola compagine e mette a disposizione la sua capacità didattica di insegnante di musica.

Chi si mette in gioco, sceglie lo strumento – tromba, trombone, tuba o eufonio – e per un’ora alla settimana riceve una educazione musicale di base che prevede: lettura dello spartito, sia pure semplificato, emissione del suono, vibrazione.

“L’esperienza – racconta al Punto Sergio Stucchiè iniziata a marzo dell’anno scorso e già a novembre abbiamo fatto il primo concerto, naturalmente commisurato alle capacità degli esecutori.”

Carcere di transito, quello di Monza – esclusivamente maschile – non ha una presenza stabile di detenuti e ciò rende necessario adattare anche i corsi ai frequenti cambiamenti.

“Siamo arrivati ad avere – dichiara Stucchipunte di 16,17 allievi, un numero che forse raggiungeremo di nuovo dopo questo concerto, che ha risvegliato l’interesse anche di altri detenuti.”

Al momento, i 10 allievi seguono le lezioni suddivisi in 3 gruppi.

La piccola orchestra del carcere, oltre ad essere una occasione di coinvolgimento e di riscatto per chi vive dietro le sbarre, è anche un microcosmo in cui si incontrano detenuti con un’età compresa fra i 20 e i 55 anni, e i giovanissimi – fra i 12 e i 13 anni – della PiùTost Band e della Color Orchestra.

Si tratta di un’esperienza non solo musicale ma anche umana per i giovani strumentisti, che hanno ricevuto una necessaria preparazione per affrontarla, condivisa con i loro genitori, spesso presenti ai concerti.

“L’esperienza – nota Stucchiè positiva e ci sta dando molto anche dal punto di vista personale, come occasione di incontro e di conoscenza con una realtà completamente diversa che però, frequentandola, non ci sembra più così estranea. Tra l’altro – aggiunge – anche il metodo didattico che seguiamo è unico: le lezioni sono di gruppo e richiedono a chi le frequenta di adattarsi alle esigenze degli altri“.

Mentre il progetto prosegue con l’ambizione di “offrire una possibilità di reinserimento sociale anche attraverso la musica” e si lavora a una nuova piccola esibizione, la banda – nella sua formazione completa – annuncia per la metà di settembre un proprio concerto dentro al carcere monzese, diretto dal maestro Carlo Zappa.

Nella gallery fotografica, alcuni momenti del concerto nel carcere Monza

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