C’è preoccupazione fra i dipendenti e nel sindacato dopo l’annuncio della volontà del Gruppo Bosch di non proseguire l’attività nello stabilimento Edim di Villasanta, la cui produzione è oggi giudicata dalla multinazionale tedesca lontana dal proprio core business.
La Edim – che è il risultato di una serie di passaggi di proprietà e di ragioni sociali dalla Sime alla Albertini fino all’attuale assetto – secondo i dati del sindacato dà lavoro a 260 dipendenti, oltre a circa 40 interinali, ed è specializzata in lavorazioni meccaniche e pressofusione per l’automotive; realizza in particolare piantoni dello sterzo e scatole del cambio, destinati per la gran parte al fabbisogno del Gruppo.
La notizia del progetto di dismissione di questo ramo d’azienda è stata data il 14 novembre nel corso di un incontro fra le parti avvenuto nella sede monzese di Assolombarda.
Il progetto – oltre alla messa in vendita dello stabilimento villasantese – porta con sé un piano di snellimento del personale che riguarda ben oltre il 40% dei dipendenti ora in forza: per rendere appetibile l’azienda ai possibili compratori, la dirigenza del Gruppo pensa infatti a una uscita di 120 persone.
Fra i dipendenti della sede di San Fiorano, che lavorano su 3 turni dal lunedì al venerdì, c’è una significativa componente femminile anche nei reparti produttivi; oltre a molti nostri concittadini, lavorano in Edim anche parte degli ex-dipendenti degli stabilimenti di Cormano e di Turate (Co) coinvolti in passato nelle trasformazioni aziendali.
Oltre al sito di Villasanta, il piano di dismissione di questa produzione non core riguarda anche la sede produttiva di Quero, in Veneto, per la quale sono stati annunciati 40 esuberi su un totale di 80 assunti.
“Da quanto ci è stato comunicato – dichiara al Punto il segretario della Fiom di Monza e Brianza, Pietro Occhiuto – lo stabilimento resterà in attività per tutto l’anno prossimo e in questo arco temporale il Gruppo Bosch lavorerà alla ricerca di un acquirente.”
Questo è, al momento, il piano reso noto dal Gruppo e contro il quale si sono già espresse unitariamente Fim, Fiom e Uilm.
“Nel prossimo incontro – prosegue Occhiuto – fissato per il 3 dicembre a Quero, chiederemo il ritiro della decisione e il rilancio dei siti produttivi con un adeguato piano di investimenti che li riporti produttivamente al passo con i tempi; Villasanta sconta sicuramente la crisi dell’automotive tedesco, che rappresenta il mercato di riferimento per il Gruppo Bosch in questo settore, ma pesa anche il gap tecnologico che si è venuto a creare nel tempo.”
Il segretario della Fiom ha inoltre annunciato l’intenzione di “arrivare ad aprire le unità di crisi in Regione e al Ministero del Lavoro“ – oltre che di coinvolgere anche il livello provinciale di Monza e Brianza – “perchè l’intervento delle istituzioni è necessario per guidare il processo.“
Per il prossimo 3 dicembre, in concomitanza del nuovo incontro con la proprietà, le 3 sigle metalmeccaniche hanno proclamato 4 ore di sciopero.
Nel frattempo, si è mossa anche l’amministrazione comunale: il sindaco, Lorenzo Galli e il vicesindaco, Carlo Sormani, hanno concluso poco fa un incontro con l’amministratore delegato del Gruppo Bosch e alcuni dirigenti dello stabilimento villasantese nel corso del quale hanno avanzato la richiesta del mantenimento del sito produttivo e ribadito l’importanza di un investimento in grado di rinnovarlo tecnologicamente.
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