Cronaca di Matteo Barattieri
Da elemento meramente geografico il confine si trasfigura. Il Festival va a spaziare su ambiti altri. Tra psicologia e storia, tra filosofia e socio-antropologia. Ad analizzare il tema, alcuni esperti da vari settori. Il confine è solo una linea di demarcazione? Thomas Gilardi (geografo) ricorda come il confine sia spazio esso stesso, e di grande valore, non di rado sfumato. E se l’Italia intera fosse un’intera area di confine tra mondo mediterraneo e mondo germanico? Il concetto di frontiera si avvicina di più all’idea del confine come qualcosa di mobile e di ricco in sé. Federico Leonardi porta la sua analisi nel terreno della filosofia. Tracciare i confini serve a darci una bussola e vincere paure e angosce. Ci rapportiamo alla realtà con due spinte opposte: una pressione a mantenere una società chiusa e una pulsione ad aprirsi. “Ma è proprio il dualismo tradizione-innovazione” – chiosa Gilardi – “a muovere tanti processi umani.” Il confine è anche incontro. E se voglio incontrare l’altro devo prima definire la mia identità. E conoscere e capire le narrazioni, non di rado diffuse ad uso di molta politica: a sottolinearlo Christian Elia, giornalista. Il punto di vista è chiave decisiva per discutere e capire di confini.
Una discussione stimolante e ricca a chiudere una giornata che ha offerto altri momenti. Marco Nocente (docente universitario) e Raffaella Sala ci hanno introdotti nel mondo delle carceri, e della geografia carceraria, disciplina che analizza la problematica con lo sguardo, appunto, del geografo. Lo spazio negli istituti di pena assume connotazioni marcate da molte linee che sono confini soprattutto piscologici e, pro parte, politici: il potere trova qui una sua espressione. Anche nel linguaggio, che assume curiose connotazioni infantili: il detenuto non inoltra richieste ma “domandine”. La discussione dei due relatori, avrebbe dovuto essere, però, arricchita da qualche proposta per migliorare le condizioni di chi è, appunto, confinato nelle carceri.
La foto è di Alfio Sironi