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Come si avvicina la medicina ?

A piedi, una mezz’ora ci vuole tutta. Stiamo parlando del tempo necessario a chi abita agli estremi di Villasanta per raggiungere a piedi l’altrettanto estremo studio associato di via Buonarroti che riunisce i medici di medicina generale, zona nord del paese.

Google Maps alla mano, prendendo via Flavio Gioia come confine sud sono 2,7 chilometri per 34 minuti di camminata; considerando via dei Mille a est, i chilometri sono 2,3 per 28 minuti.

Certo, in auto non c’è paragone, qualche minuto e si è lì. E chi non ha la macchina oggi?

Verissimo ma intanto lamentela qua, disagio là, crescono le voci e i dubbi dei cittadini non così convinti che l’attuale assetto, che è venuto a generarsi nel tempo, sia quello più “funzionale” a come è fatto il territorio del nostro comune.

Tanto più che, se fino a qualche anno fa gli abitanti di San Fiorano o della zona sud potevano comunque scegliere (numero massimo permettendo) un medico di base con ambulatorio nel quartiere, con gli ultimi pensionamenti la concentrazione in via Buonarroti è aumentata. Resta un ambulatorio “indipendente” in via Leonardo da Vinci.

Vuoi per l’età, vuoi per non dover dipendere, in molti si chiedono se non ci siano alternative o almeno correttivi a una sede così decentrata e fuori dai percorsi abituali.

Indubbiamente, come molti ricorderanno, all’origine c’era stata la volontà di cogliere la palla al balzo e sfruttare la possibilità di una convenzione con la cooperativa edificatrice, per offrire una sede alla medicina di gruppo praticata dai medici di base di Villasanta, con i vantaggi che conosciamo per la cittadinanza. Da lì poi, le cose sono proseguite.

E’ vero però anche che la popolazione del nostro paese segue la linea di progressivo invecchiamento che caratterizza l’Italia: 2796 cittadini, il 19,4% dei villasantesi, secondo i dati dell’anagrafe comunale, ha più di 70 anni, un’età in cui, purtroppo, ci si muove con più difficoltà o si tende ad abbandonare la guida dell’auto.

Non è certo una nostra prerogativa indicare soluzioni alternative che certamente devono tener conto di tante cose: a partire dalla disponibilità di spazi alternativi e dai costi. Per ora, con le sue “antenne”, registra la questione e la segnala. Ma si può forse pensare a qualche giornata di ambulatorio negli spazi pubblici comunali più vicini al centro e ai quartieri?

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