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Luci faville fumo e vento

Quest’anno, il 17 di Gennaio, Sant’Antonio, cade di martedì.

Si, il Sant’Antoni del purscel, nel senso del maiale direbbero Jannacci e Fo, detto così perché l’iconografia e la leggenda cui si riferisce, vede il santo associato alla figura di un maialino, come ha ripreso anche Italo Calvino in una delle fiabe contenute nella sua Raccolta di Fiabe Italiane.

E martedì pomeriggio questa ricorrenza avrà una sua innovativa celebrazione in p.za del Comune.

Il Falò di Sant’Antonio 2.0, questo è il titolo dell’iniziativa che la dice lunga sulla natura e sulle intenzioni di questa proposta che la Casa dei popoli di Villasanta si è fatta carico di organizzare e promuovere. Ma andiamo con ordine.

Nella tradizione di Villasanta, ma di buona parte del nord italia e non solo, il giorno di Sant’Antonio è legato alla tradizione del falò. Una tradizione che viveva nelle micro comunità dei nostri cortili e delle cascine.

Una tradizione che da sempre intreccia il sacro con il profano ma che più comunemente simboleggia la volontà di abbandonare tutto ciò che appartiene ai mesi passati e di rinnovarsi a partire dal primo mese del nuovo anno.

I preparativi occupavano i giorni precedenti nel raccogliere fascine di legno sugli argini delle rogge e nei filari di gelsi lungo i confini dei campi, continuavano poi nella costruzione delle pire e delle cataste.

Quasi ogni cortile era coinvolto, e non era raro il costituirsi di baby gang ante litteram che andavano nel cortile degli altri ad accendere il falò anzitempo.

Immagini, suggestioni e ricordi di altri tempi che poco si adattano all’oggi, a una contemporaneità che vede anche nel nostro comune una realtà sociale che è mutata con il mutare del tessuto urbano non esente da diffusi processi di gentrificazione.

Il Falò di Sant’antonio 2.0 si muove in direzione ostinata e contraria.

vedi locandina dell’evento 

Riprende il valore aggregativo della ricorrenza e, facendo leva sull’aspetto dell’esibizione che ha sempre accompagnato il falò, lo traghetta nell’ambito della creatività, dell’istallazione e della teatralità, nel tentativo, non trascurabile, di riconciliare questa tradizione con le sacrosante e imprescindibili necessità di sostenibilità ecologica, con buona pace delle polveri sottili e delle emissioni di CO2.

In piazza del Comune ci saranno i giochi e laboratori per bambini, ed una performance artistica: una danza che evocherà la magia del fuoco in un volteggio di fiamme e scintille.

Ci saranno le frittelle della tradizione e la cioccolata calda. Il Falò invece sarà 2.0, ovvero costruito con macchine e stratagemmi teatrali, con coreogrrafie di luce di aria e di fumo…

C’è una scommessa e un azzardo in tutto questo. Ci piace pensare che questo possa essere un nuovo inizio. Che l’azzardo di oggi diventi nel tempo la palestra per sempre diverse e nuove interpretazioni creative e artistiche,  coinvolgenti e affascinanti come da sempre è il Falò di Sant’Antonio.


La foto di coopertina è di Pamoni Photograph da Pexels

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