Corpo Musicale

Carlo Zappa, il maestro “bacchetta d’argento”

Sono le 9 e mezza del mattino, mi presento alla sede del Corpo Musicale di Villasanta per intervistare il maestro Carlo Zappa, a cui la Banda, durante il Concerto di Natale, ha assegnato la “bacchetta d’argentoper il venticinquennale della sua direzione.  

Mi apre direttamente lui, con un bel sorriso e mi fa accomodare in un piccolo ufficio, nel quale arrivano le note degli esercizi di un trombettista che si esercita nel locale attiguo, mi sento subito immersa in un clima musicale che lascia fuori i rumori del traffico e mi avvolge piacevolmente.

Maestro che cosa rappresenta la musica per lei e da quando fa parte della sua vita?

Bella domanda a cui non ho difficoltà a rispondere, per me la musica è tutto.

Già da bambino, a nove anni, mi mettevo seduto davanti al televisore, allora in bianco e nero e ascoltavo le opere liriche che periodicamente venivano trasmesse, con grande stupore dei miei famigliari, naturalmente ero anche un fan del festival di Sanremo!

Seguivo i concerti della banda di Villasanta, in particolare me ne ricordo uno, dietro la chiesa parrocchiale, finché una sera del 1978, avevo 11 anni, mia nonna Wanda che aveva preso molto sul serio questa mia passione, della quale andava fiera, mi accompagnò alla sede del Corpo musicale, dove mi accolse il signor Teruzzi, ancora oggi membro attivo del corpo musicale, che fu il mio primo maestro di teoria e strumento.

Nel 1979 iniziai lo studio della tromba che però non fu la mia prima scelta, avrei preferito il flicornino (uno strumento che oggi non si suona quasi più nei concerti bandistici), ma a disposizione ce n’era solo uno che lasciai ad una bambina.

Da allora la musica è stata una parte fondamentale della mia vita e credo che Zusammen Musizieren, vale a dire Fare musica insieme, per me sia è fondamentale, senza condivisione non riuscirei a concepire il mio ruolo.

Ci parli del suo percorso musicale

Dopo aver studiato pianoforte, con la prof.ssa Airapetian e composizione col maestro Carlo Pessina, mi sono diplomato in tromba con il Professor Vito Calabrese.

Successivamente mi sono diplomato, con la guida del maestro Vittorio Parisi, presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, in direzione d’orchestra.

Ho seguito un corso di perfezionamento sull’opera lirica presso l’Accademia Musicale Pescarese, condotto dal maestro Renzetti e ho collaborato come assistente del maestro Gustav Kuhn che ha apprezzato oltre alle mie capacità artistiche anche le mie qualità umane di rapportarmi in modo ottimale con i musicisti.

Ho frequentato corsi di perfezionamento a Szeged in Ungheria, col maestro Ervin Azel e a Siena, presso l’Accademia Musicale Chigiana col maestro Gelmetti, al termine dei quali ho diretto l’orchestra del Festival di Sofia.

Sempre all’Accademia Chigiana ho seguito il corso di direzione tenuto dal maestro Chung.

A Milano ho debuttato con musiche di Stravinskj con i musicisti dell’orchestra del Teatro alla Scala.

Ho diretto importanti orchestre nazionali e internazionali tra cui citerò solo le più famose: gli Archi della Scala di Milano, l’Orchestra e il Coro del Teatro San Carlo di Napoli, L’Orchester Bozen und Trient, l’Orchestra Filarmonica del Conservatorio di Milano, The Jakarta Symphony, la Szeged Symphony e l’orchestra Kurt Sonnenfeld.

Mi fa particolarmente piacere anche ricordare le attestazioni di stima di due grandi professionisti: il maestro Roberto Rizzi Brugnoli che si è pubblicamente congratulato con me per il gesto musicale, la qualità del fraseggio e la bellezza del suono ottenuto dall’orchestra e il maestro Giuseppe Laffranchini, primo violoncello dell’orchestra del Teatro e della Filarmonica della Scala che ha apprezzato le mie capacità di concertatore e di direttore d’orchestra.

Partendo da questa sua lunga esperienza ci dica se ha riscontrato differenze tra dirigere un’orchestra e una banda

Non ci sono grosse differenze, in ambedue alla base deve esserci un buon rapporto umano, ogni elemento deve essere coinvolto per il raggiungimento di un risultato ottimale.

L’orchestra è una compagine più omogenea, nella banda invece coesistono diverse età anagrafiche, quindi c’è un discorso generazionale da conciliare, ma ripeto, se si instaura un buon rapporto interpersonale non ci sono problemi, proprio come capita in una grande famiglia

Dopo 25 anni alla direzione di questa “grande famiglia” di Villasanta che cosa la stimola ancora?

Sono 45 anni di legame con questo Corpo Musicale, qui ho coltivato molte amicizie, alcune di vecchia data, altre nuove, lavorare insieme è stimolante, spesso faticoso, anche perché i musicisti provano alla sera, dopo una giornata di lavoro, ma anno dopo anno il livello musicale è andato progressivamente migliorando e la bellezza del suono ottenuto è per me motivo di grande affezione.

La Banda di Villasanta è conosciuta e stimata, non solo nella nostra cittadina, infatti ai nostri concerti interviene sempre un pubblico numeroso e a quanto so chi viene a sentirci una volta spesso torna.

Condividere vari generi musicali, dal classico, al pop, alle musiche da film e vedere il pubblico soddisfatto, sentire gli applausi prolungati e ricevere, alla fine del concerto, le congratulazioni anche di sconosciuti, ci ripaga della fatica e ci stimola a fare sempre meglio.

A conclusione di questa chiacchierata le chiedo di darci un’anticipazione del programma del Corpo Musicale 2023

Molto volentieri.  Di alcuni impegni ho già le date, altre sono ancora da fissare. Il primo impegno è il Concerto Pasquale, il 15 aprile. Seguiranno: a maggio il Concerto di apertura; il 2 giugno il Concerto per la Festa della Repubblica; il 17 giugno il concerto con il Corpo Musicale della Baraggia di Lissone; il primo luglio il concerto estivo, con serata danzante; a settembre porteremo la nostra musica al carcere di Monza; a ottobre eseguiremo il Concerto Patronale e chiuderà l’anno il Concerto di Natale.

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