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La Terra di Mezzo

A Villasanta, l’area è nota come l’area IMIC, dal nome dell’azienda che fino ai primi anni ottanta la occupava.  

Un’azienda che produceva terre da formatura in particolare per la formatura delle anime [niente paura, si tratta di gergo metallurgico], un prodotto utilizzato nelle fonderie, e che ha esercitato la sua attività fino ai primi anni ottanta, fino a quando ha trasferito la propria attività in territorio arcorese.

Molti  sanfioranesi  ricorderanno ancora il leggerissimo velo di polvere biancastra che ogni tanto ricopriva le foglie dei tigli che conducono al centro Sportivo.

Oggi l’area è di proprietà comunale, lo è dal 86. L’annuncio di un accordo preliminare di acquisto fu dato dall’allora sindaco Varisco, nel mese di maggio dello stesso anno, nel corso di una tumultuosa seduta del  Consiglio Comunale.

Un articolo de Il Cittadino di sabato 10 gennaio del 1987 dà notizia dell’acquisto dell’area, di circa 5000 mq e degli edifici costruiti,  per ragioni funzionali, cioè per far fronte alla necessità di spostare i depositi delle attrezzature comunali dall’area dell’ex acquedotto, ma soprattutto per la sua valenza urbanisticamente stategica :“… nella sua ubicazione, tra la vasta area ex Tronconi, in fregio alle vie Garibaldi e Sciesa e il complesso del Centro  Sportivo comunale, che consente un collegamento funzionale tra importanti  aree di proprietà Comunali”

Va considerato che all’epoca non esistevano, neanche ancora nelle intenzioni, né la casa di riposo S. Clemente  né la struttura dell’Astrolabio.

Bisognerà aspettare nel 1993 i primi interventi concreti  per iniziativa di Claudio Manci, assessore alla partita nella giunta Castoldi, quando vengono finanziati la costruzione di un corpo con vano ascensore, la cui monolitica presenza fa ancora mostra di sé all’interno dell’area,  e vengono attivati  gli interventi di costruzione di quella che, a partire dal settembre del  ‘96, diventerà la sede della Cooperativa La Speranza e dell’associazione Amici della Speranza.

Da allora l’area è come se avesse vissuto in un tempo sospeso;  tanto sospeso da non essere stata scalfita né dalla costruzione dell’Astrolabio, sul versante del centro sportivo, né dalla costruzione della casa di riposo San Clemente, con la conseguente sistemazione delle aree esterne e la formazione dell’ampio  parcheggio lungo via Sciesa (dove si svolge il mercato del martedì a S. Fiorano). Interventi questi realizzati dalle giunte condotte da Mario Erba, all’alba del nuovo millennio.

Un tempo sospeso i cui esiti sono sotto gli occhi di tutti, basta dare una sbirciatina attraverso le maglie della recinzione di via Sciesa o di via D’Azeglio per rendersene conto.

Possiamo giudicarle ora come due occasioni perse per dare a questa area, e a tutto il comparto, la giusta qualificazione urbana in ragione della sua collocazione strategica, come già sottolineata nelle cronache degli anni ottanta.

Oggi, se si pensa a quella area, non si può più prescindere dalla presenza di queste strutture che ne determinano, insieme alla presenza delle importanti attività che fanno capo alla Speranza, una inequivocabile vocazione tutta rivolta ai servizi socio educativi e culturali (vecchi e nuovi ancora da progettare).

Né si potrà pensare a una progettazione parcellizzata che non accolga cioè, nella sua fase di ideazione e concezione il tema, rilevante, di un loro efficace e organizzato affaccio e apertura alla totalità del paese. Necessita un’idea che possa comprendere anche la viabilità dello svincolo della Madonnina, le aree esterne della Casa di riposo e una riqualificazione dell’asse di via Garibaldi, nel suo tratto al di là della ferrovia. Solo così sarà possibile risolvere la latente marginalità in cui le strutture esistenti, tra queste anche L’Astrolabio, si trovano relegate nella loro ubicazione periferica con difficili possibilità di accesso.

Via Garibaldi, dopo la chiusura del passaggio a livello  e la creazione del sottopasso pedonale ha perso il suo ruolo viabilistico e potrebbe ben diventare un asse strutturato e attrezzato con prevalente natura ciclo pedonale.

Su questa via si affacceranno i nuovi insediamenti che sorgeranno nell’area Tronconi ma si affacciano anche la Casa di Riposo, che potrebbe beneficiare di questa possibile collegamento protetto con il paese e sull’altro lato il parco e la Villa Notari, oggi proprietà privata, ma in un domani visionario e futuribile chissà…:

E’ da qui che nasce l’esigenza e la proposta di ridefinire e rilanciare il suo ruolo proiettando questa ipotesi in una lettura del territorio del nostro comune che ha visto il suo sviluppo svolgersi storicamente attorno a uno schema Cardo/Decumano, e di cui sono interpreti l’asse Mazzini/Confalonieri da un lato, e Via Garibaldi nella sua interezza dall’altro.

Una nuova possibilità di ripensare a quest’area e mettere mano a questo comparto sembra affacciarsi oggi.

Questa nasce dalla reale occasione di mettere insieme da una parte l’interesse a dare sistemazione a questo comparto, e dall’altra a dare risposta alla necessità di allargamento e riqualificazione degli spazi nei quali opera l’Associazione Amici della Speranza, sempre più interessata a garantire un servizio all’altezza degli attuali utenti e più in generale a dare risposta ad una crescente domanda nel territorio.

Si aprirebbero anche opportunità in questo contesto per nuovi servizi e nuovi operatori sempre nell’ambito del settore sociale e culturale aggregativo.

Questo è il nucleo attorno cui si è svolto, nelle scorse settimane un incontro tra il Comune e  l’Associazione Amici della Speranza, che ha permesso di focalizzare l’attenzione sui diversi nodi che contornano questa ipotesi, a partire dalla necessaria delocalizzazione dell’attuale deposito delle attrezzature comunali per arrivare al tema delle risorse finanziarie.

Potrebbe essere, quindi, una nuova forma di collaborazione pubblico /privato a dare forma e corpo a questa, che a tutt’oggi, è una sorta di terra di mezzo purtroppo ancora senz’anima.

Potrebbe essere la volta buona.

La Cooperativa Sociale  LA SPERANZA

Dal 1996 trova sede all’interno dell’area IMIC. Rivolge la propria attività nel campo della tutela e della promozione sociale delle persone con disabilità. Favorisce la promozione e l’inserimento nell’attività lavorativa propria e di terzi delle persone diversamente abili. Le principali attività svolte sono:

Esecuzione di assemblaggi di componenti meccanici e elettrici,servizi di distribuzione pubblicazioni, lavori artigianali vari con lo scopo di procurare alle persone disabili vantaggi di natura economica e far acquisire abilità lavorative per favorire l’inserimento nel mondo lavorativo e più in generale nella vita sociale.

Servizi per trasporti di cittadini non autosufficienti alle varie strutture del territorio e servizi di consegna pasti a domicilio operando in convenzione con le Pubbliche Amministrazioni

Associazione AMICI DELLA SPERANZA

Occupa gli spazi al primo piano dell’edificio nell’area IMIC dove si svolge l’attività del CSE (Centro Socio Educativo per persone con disabilità) con la partecipazione di 17 utenti. Le altre iniziative dell’Associazione sono:

il GrAA  (Gruppo Autonomia Adulti) che ha finalità di socializzazione e ricreazione per una decina di utenti

Il Dopo di noi accompagnamento all’autonomia presso un appartamento in via Sauro e fra un po’ presso la nuova palazzina di via Edison (La Casa della Speranza)

Queste ultime sono parte del progetto AutnomiAMO condotto in stretta collaborazione e sinergia con la cooperativa LA SPERANZA

L’attività dell’Associazione conta sull’impegno di sei dipendenti, una decina di collaboratori esterni per i laboratori e una trentina di volontari.

One Comment

  1. Non ho elementi per commentare l’articolo, peraltro assai interessante.
    Approfitto tuttavia di questo spazio per un accorato appello affinchè si ponga attenzione alla zona periferica via Molino S. G. / via Toti, in particolare per :
    – fondo stradale della v. Molino – rimozione alberi/rami recisi da Protezione Civile su lati v. Toti. – pulizia (lunedì) in v. Molino, eseguita da CEM in modo assai approssimativo e parziale – illumunazione v. Toti nel tratto verso v. ‘Molino
    Mi scuso per l’invadenza. Ringrazio in anticipo per la considerazione.
    Leonardo Tessarin

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