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Gabriele De Paola, fotografo: lo Street Style cifra del contemporaneo

Ha fatto scattare l’otturatore di una macchina fotografica a 18 anni, quando il padre gli ha regalato una Canon AE1, rimasta a lungo il suo strumento per inquadrare la realtà. E da allora non ha più smesso.

Gabriele De Paola

Stiamo parlando di Gabriele De Paola, milanese di origine e villasantese di adozione, affaccendato in questi giorni nei preparativi della mostra Street Style. Le foto dell’altra moda che verrà ospitata dalla libreria Pagina 59 con inaugurazione domenica prossima, 18 febbraio, alle 10.30.

L’occasione è data, oltre che dal nutrito portfolio di De Paola dedicato al mondo della moda – e non necessariamente solo delle modelle – dalla concomitanza della Milano Fashion Week, in programma proprio la settimana successiva nella “capitale” italiana della creatività sartoriale.

E l’occasione è quella colta anche dal Punto per una chiacchierata con l’autore, da offrire ai propri lettori.

Fotografo amatoriale – “anche se fra il ’75 e l’80 ho maneggiato per lavoro ingranditore e pellicola quando la Colgate Palmolive, azienda dove lavoravo come archivista, volle essere tra le prime a trasferire su microfilm i propri documenti” – scuola d’arte al Castello Sforzesco, grandi artisti dell’obiettivo guardati e studiati con attenzione ma nessuna ispirazione diretta a qualcuno di loro, De Paola individua presto i suoi filoni: la città e le persone, “secondo una forma che potremmo definire – precisa – di street art ante litteram.”

Naturalmente c’è – e non potrebbe essere diversamente – qualche autore più seguito di altri: Vivian Maier per il passato recente e The Sartorialist, nome d’arte di Scott Schuman fra i contemporanei.

Da milanese, per lui la città sono soprattutto i cortili lungo i Navigli, le case di ringhiera della vecchia Milano e le persone incontrate camminando per le strade con l’occhio vigile. Tanto che uno dei suoi cortili finirà nelle pagine di Lombardia amore mio, il volume di Gianni Brera dedicato alla sua e nostra regione.

Gabriele De Paola, “Resistere”

Lasciata Milano, Gabriele De Paola si trasferisce in Brianza, dapprima a Monza e poi a Villasanta e qui si radica nella comunità tanto da essere l’ideatore e l’autore di ben 7 edizioni – dal 2002 al 2008 – del calendario fotografico della banda; “l’ho proposto – racconta – e l’hanno accettato. Anzi, mi avevano addirittura lasciato attrezzare la camera oscura nella loro sede”. È iniziata così la lunga serie di scatti del corpo musicale impegnato nei suoi concerti ma anche la carrellata sugli esecutori, ognuno alle prese con il proprio strumento.

Anni dopo, nel 2022, De Paola si ripete e regala i propri scatti al calendario del Comitato Unicef di Monza e Brianza.

Intanto continua l’osservazione di ciò che lo circonda, di come cambia il paesaggio urbano e affina interessi e stile. “Non ho mai fotografato Villasanta in quanto luoghi, strade, monumenti: mi hanno sempre interessato di più le attività; ricordo – dice – di aver fotografato dalla finestra, quando abitavo in via Edison, l’oleificio Tornaghi e poi qualche scatto dall’esterno della Lombarda Petroli, in fase di dismissione”.

Gabriele De Paola, “Occupato”

Ma lo spunto dello street style contemporaneo arriva 10 anni fa, quando “ho avuto l’occasione di partecipare al workshop di un fotografo specializzato nella realizzazione di book per le modelle, a cui ha fatto seguito la possibilità di partecipare ad alcune sfilate: la parte del backstage per me è stata molto interessante e da lì mi sono concentrato sul ritratto e sulla descrizione del mondo e delle persone che, per i motivi professionali più vari – creativi, influencer o anche solo curiosi – ruotano attorno alle sfilate”.

È proprio quel mondo che vedremo appeso alle pareti della libreria Pagina 59, in una serie di stampe del 2015 – saranno una quindicina – a colori, realizzate non solo nelle location e nel loro immediato esterno usualmente scelte dalle grandi firme ma anche da brand minori purchè capaci di rimandare alla contemporaneità.

Stampe a colori realizzate, naturalmente, con il digitale: “Non è stato – dice – un passaggio traumatico soprattutto una volta risolti i problemi di qualità della stampa, perché il sensore non risponde come la pellicola ed è stato necessario un po’ di adattamento del fotografo e di miglioramento della qualità tecnica. E con un  gran risparmio di costi e materiali.”

Anche se, ammette, la pellicola esiste ancora e lui stesso conserva in frigorifero, da anni, rullini che non osa buttare.

Forse perché, come dice: “Il senso della fotografia è la stampa: è questo il prodotto a cui si tende e chi proviene dall’analogico tende a cercare la qualità; lo scatto è il momento finale ma la foto deve essere già formata idealmente un attimo prima di fare click.”

Gabriele De Paola, Street Style, libreria Pagina 59, via Confalonieri 59 Villasanta. Inaugurazione domenica 18 febbraio ore 10.30. Ingresso libero negli orari di apertura.

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