La prima volta che ho incontrato il sig. Luigi Rossi ho provato ammirazione e un profondo rispetto. La sua storia di giovane militare arrestato ed inviato in un campo di concentramento nazista mi affascinava e mi incuriosiva: un giovane di soli 18 anni, addestrato ad obbedire, trovò la forza e il coraggio di disobbedire, di dire NO a chi, in quegli anni, riteneva di decidere il destino dell’umanità. Una scelta che avrebbe cancellato ogni possibilità di rimanere in Italia, la speranza di rivedere la propria casa e i propri famigliari. Ma “quel NO” toglieva qualunque adesione o riconoscimento all’oppressione, alla violenza e alle lusinghe. E inconsapevolmente diventò, assieme ad altri 650mila militari italiani, un nuovo fronte di Resistenza per i nazifascisti: “l’altra Resistenza”, come si sarebbe chiamata molto più tardi, ma disarmata, non per questo meno efficace perché sostenuta da una intransigente dignità, umana e militare, nonostante le continue vessazioni cui erano sarebbero stati sottoposti.
Nel dopoguerra “l’altra Resistenza” fu riconosciuta dalla Repubblica italiana solo il 27 dicembre 2006 con la legge n. 296: con essa si riconobbe a titolo di risarcimento soprattutto morale il sacrificio dei propri cittadini deportati ed internati nei lager nazisti, destinati soprattutto al lavoro coatto per l’economia del Terzo Reich, e si autorizzò la concessione loro di una medaglia d’onore.
Negli anni 90 fondò a Villasanta l’Associazione Nazionale ex Internati, condividendo la sede degli Alpini, e incominciò a svolgere nelle scuole, della Provincia MB e di Milano, un’importante e meritoria azione di informazione sulla realtà di quegli anni e in particolare sulla condizione degli Internati Militari italiani, accompagnando di persona, anche più volte nello stesso giorno, i giovani al Museo dell’Internato a Padova, nel quartiere Terranegra, dove sorge la cosiddetta Cittadella della memoria costituita dal Tempio dell’Internato Ignoto, dal Museo dell’ Internamento e dal Giardino dei Giusti nel mondo. Il suo impegno durò fino al 2010.
Il suo ultimo desiderio sarebbe stato quello di avere a Villasanta un Archivio Storico dove i giovani, soprattutto i giovani, potessero conoscere e apprendere quei terribili anni dominati dalla barbarie.
La Sezione ANPI di Villasanta dal 2013 ha conferito, annualmente, al sig. Luigi Rossi la Tessera ad Honorem, il più alto riconoscimento in tempo di Pace della nostra Associazione.
Oggi nel giorno del nostro ultimo saluto vogliamo salutarlo alla maniera dei nostri partigiani:
Bella Ciao Luigi, che la terra ti sia lieve, riposa in pace e grazie per tutto quello che hai fatto!
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