Un sottopasso progettato nel 2000 per i Villasantesi e inadatto all’attraversamento extra locale
Negli scorsi giorni in città si è discusso sull’intenzione dell’amministrazione comunale di avviare una fase di sperimentazione volta a ridurre il traffico di attraversamento extra urbano del sottopasso-sovrappasso ferroviario tra le vie Fratelli Bandiera – Donatori Sangue – Meucci – XXIV Maggio, venendo incontro alle richieste di un comitato di residenti (Residenti in “Circonvallazione Est – Villasanta”) che evidenziano una congestione allarmante del traffico, soprattutto durante le ore di punta, con conseguente concentrazione di inquinamento e forte rischio per la sicurezza.
A parte l’equivoco di alcuni Villasantesi, che avevano inizialmente inteso l’istituzione di una ZTL (Zona a Traffico Limitato) come un divieto di transito generalizzato, quando invece la fruizione del sottopasso è comunque disponibile, anche con deroghe personalizzate, a tutte lo ore per tutti i residenti in Villasanta, resterebbero una serie di problematiche ancora insolute. Una di queste è ben rappresentata da un concetto espresso anni fa da un esponente di Legambiente: il traffico è come l’acqua, trova sempre una via libera di scorrimento, se non viene accompagnato da misure di contenimento o incanalamento. Queste misure sono al centro di sperimentazioni e conseguenti interventi di regolamentazione, attuate un po’ ovunque nel mondo ed in particolare nelle grandi città, dove l’uso dell’automobile privata viene delimitato, dedicato e integrato con soluzioni alternative e praticabili di trasporto pubblico, collettivo e di mobilità dolce. Per esempio, per capire il motivo per cui Monza risulta essere una delle città più inquinate d’Italia, non occorre essere esperti scienziati di mobilità, ma è sufficiente leggere i dati e i numeri del trasporto pubblico e compararli con città simili.
“Prima i Villasantesi”
Questo slogan, utilizzato in Italia con valenza nazionale da una parte politica nelle campagne elettorali, calza perfettamente, riformulato, al problema creato da questo sottopassaggio inadeguato (come vedremo meglio in questo servizio) in cui il flusso eccessivo di attraversamento extraurbano ne pregiudica la funzionalità. Uno slogan, però, contiene in genere un concetto astratto con difficoltà di realizzazione nella vita pratica. In particolare, nella vicenda del sottopasso di cui si parla, sorgono complicazioni quando si decide, per motivi di contenimento, di riservare il transito ai soli residenti nel perimetro comunale. Si devono cioè, inevitabilmente, trovare soluzioni per lo spostamento del flusso del traffico di attraversamento, che non può solamente essere deviato su altre strade interne e, ovviamente, tali soluzioni devono essere ricercate e attuate in concertazione con le amministrazioni dei comuni confinanti, in modo da gestire tali flussi su scala sovra locale e con sedimi stradali adeguati secondo le norme vigenti.
Un problema sovra locale scaricato sul locale
Va riportato il problema nella sua giusta dimensione di carattere sovra locale a cui, per conseguenza, dovranno farsi carico gli enti superiori, potenziando e razionalizzando gli assi viari esterni (Sp60-Sp45) oppure implementando il trasporto pubblico, sempre di competenza provinciale e regionale. Le ulteriori ed opportune misure di dissuasione (limiti di velocità, dossi, contorsione del percorso ed altri espedienti) potranno essere aggiunte successivamente per condizionare lo spostamento dei flussi nel modo desiderato o ritenuto più consono al rispetto di sicurezza, di vivibilità dei residenti o ambientale in generale, oltre che della migliore fruibilità dei viaggiatori.
Una storia travagliata. Anno 2000: viene ideato un sottopasso con calibro stradale ridotto
La vicenda del sottopasso inadeguato al traffico di attraversamento sovra locale ha inizio nell’anno 2000, dopo che le Ferrovie dello Stato decidono, contribuendo alla quasi totalità delle spese, di eliminare a Villasanta due passaggi a livello, di cui uno doppio in Via Manzoni, sostituendoli con altrettanti passaggi pedonali e carrabili. Contrariamente a quanto previsto, l’amministrazione in carica in quegli anni decide di realizzare un sottopasso-sovrappasso delle due linee ferroviarie Milano-Sondrio e Monza-Lecco (via Molteno) con collocazione nella zona di Via Donatori Di Sangue, XXIV Maggio, Meucci e Pacinotti. Questa scelta comporta una Variante del Piano Regolatore Generale, sovvertendo le precedenti scelte urbanistiche che ipotizzavano un sottopasso più adatto, meno costoso e più lineare tra la Via Doria e Via Risorgimento in San Fiorano.
Anno 2000: nasce il “Comitato dei residenti nelle vie XXVI Maggio, Meucci, Pacinotti, Donatori di Sangue per una Viabilità Villasantese a Misura d’Uomo”
La decisione non trova il consenso dei cittadini residenti nelle vie direttamente interessate dalla nuova variante che costituiscono spontaneamente, nel luglio 2000 e prescindendo da qualsiasi connotazione, politica, il “Comitato dei residenti nelle vie XXVI Maggio, Meucci, Pacinotti, Donatori di Sangue per una Viabilità Villasantese a Misura d’Uomo”. Fin dalla sua costituzione il comitato, esaminata la situazione viabilistica, comprende che la Variante risolve solo parzialmente il problema del collegamento interno ed invece attrae il traffico da/per Peregallo/Biassono, da/per Arcore/Usmate, da/per Concorezzo/Monza e che il problema dei sottopassi non è ristretto ai soli residenti nelle vie direttamente interessate, ma ha una rilevanza, con ripercussioni e ricadute nella viabilità generale, sia interna-locale che di attraversamento, sostenendo che il problema della viabilità, non avendo un carattere solo locale o fra zone est/ovest della Città, può essere risolto solo con la partecipazione attiva e scelte consapevoli di tutta la cittadinanza. Con questo approccio il comitato si impegna in numerose iniziative per la sensibilizzazione sia dell’amministrazione comunale (maggioranza e minoranza) sia di tutti i cittadini Villasantesi.
2000-2001: le azioni del comitato
L’attività del comitato si concretizza a partire dal settembre 2000 in molteplici azioni: assemblee pubbliche di informazione urbanistico-ambientale della cittadinanza; articoli sui giornali locali e volantinaggio diretto; richiesta e partecipazione ad assemblee pubbliche, informative, specifiche e condotte appositamente dall’amministrazione comunale; elaborazione e presentazione di due principali opposizioni scritte per contrasto/proposta alternativa al progetto preventivo della giunta comunale (una a carattere tecnico-architettonico, l’altra di carattere culturale-ambientale); opposizioni/proposte presentate tra giugno e ottobre 2000; partecipazione assidua a tutti i consigli comunali e assemblee pubbliche; primo dei ricorsi al TAR Lombardia nel febbraio 2001 (completamente autofinanziati dai residenti); progetto MAL’ARIA con Legambiente; partecipazione ad assemblee pubbliche indette dai comuni della Brianza e dai comitati interessati al tracciato della Pedemontana, allora paventato con opera connessa sulla Sp45 – Pagani; collaborazione con il “Gruppo Spontaneo di Viale libertà” di Monza; ciclo di quattro conferenze a titolo: “A proposito di Umanità Sostenibile”, cioè un’analisi e confronto su alcune problematiche ambientali-relazionali, con proposte per un “Movimento” umano e civile e con oggetto e relatori: “Impronta Ecologica”, ing. Roberto Brambilla, segretario WWF Lombardia; “Mobilità Sostenibile”, Viviani M. vice presidente Eco Istituto di Bolzano; “Relazioni istituzionali propositive, condivise, partecipate”, Daniela Gasparini, Sindaco di Cinisello Balsamo e presidente della Assemblea dei Sindaci della Provincia di Milano; “Affetti nella dinamica relazionale fra cittadini e pubblica amministrazione”, Prof.ssa Corinna Cristiani, docente di psicodinamica all’Università di Milano. Le conferenze, tenute presso Villa Camperio tra la primavera e l’estate del 2001, sono autofinanziate dal comitato, con supporto dell’associazione culturale La Mondolfiera di Villasanta, l’adesione del WWF e dell’Assessorato alla Cultura di Villasanta. Tutto questo nella convinzione che il problema della viabilità, oltre ad essere di carattere urbanistico-ambientale, è fondamentalmente anche un problema di convivenza e di relazioni umane, quindi la sua soluzione non può prescindere da una analisi culturale e relazionale ai fini di una completa consapevolezza decisionale della cittadinanza.
Sindrome Nimby?
Come si può comprendere da questa sintesi, prodotta dalla visione di una voluminosa documentazione fornitami da due gruppi indipendenti l’un l’altro (da Valerio Peri, esponente storico del comitato suddetto, da Claudio Cereda del gruppo dei Riformisti e dagli atti comunali) l’azione promossa ha ben poco a che vedere con una banale “ Sindrome Nimby”( Not In My Back Yard, lett. “Non nel mio cortile“) o con un mero interesse egoistico di pochi residenti, dichiarati sbrigativamente dagli avversari sminuitori del problema talvolta “privilegiati” e talvolta “sfortunati”, ma è un complesso di proposte, fatte con criterio, con studio e analisi diversificate, avanzate alla cittadinanza come soluzioni dei problemi viabilistici generali.
Anno 2001: nasce un altro comitato con lo scopo di indire un referendum cittadino sul tema sottopasso
Il gruppo politico dei Riformisti, analizzando a fondo le delibere del CC, a sua volta scopre l’inadeguatezza del progetto. La variante al Prg che impegna a spostare il sottopasso dall’ipotesi iniziale di Via Doria, fatta anni prima da una giunta Dc-Psi-Psdi , comporta una serie di complicate problematiche tecniche da risolvere, nonché l’impossibilità di realizzare un sottopasso adeguato a sopportare il volume prevedibile di traffico. In città e negli ambienti politici iniziano a circolare voci e pettegolezzi e illazioni che spiegano, in congetture non dimostrate, l’interesse prevalente dei residenti di Via Doria a disfarsi del fardello-sottopasso che avrebbe compromesso l’area residenziale e creato problemi idrogeologici: si mormora che tra i residenti ci siano anche esponenti del consiglio comunale contrari, un assessore e un consigliere di minoranza. A detta di alcuni consiglieri del tempo, nemmeno gli amministratori in carica credono alla fattibilità concreta dello spostamento: lo avevano ipotizzato l’anno precedente solo per guadagnare tempo, nell’impellenza di indicare alle FS, che avevano l’urgenza di eliminare tre passaggi a livello, un ambito in cui inserire il progetto. I Riformisti, a fronte delle evidenti carenze del nuovo progetto contestato, propongono a tutte le forze politiche di rivedere la scelta e riportare il progetto sull’asse di Via Doria. In mancanza di una volontà a discutere, si costituisce il Comitato Promotore del Referendum, di cui è portavoce Claudio Cereda e che ha la finalità di sottoporre la scelta a referendum comunale consultivo, non vincolante. Per la prima volta i Villasantesi sono chiamati a scegliere direttamente e democraticamente un indirizzo urbanistico.
Costituzione del Comitato per il Referendum – Documento Pdf
2001: il referendum non raggiunge il quorum
Durante la campagna referendaria emergono alcune contraddizioni sia di natura tecnica che politica. Il Comitato per il Referendum, sostenuto dai Riformisti, dai partiti di minoranza ed anche da un rappresentante del “Comitato dei Residenti per una “Viabilità Villasantese a Misura d’Uomo” (per continuare la propria azione di contrasto e proposta di alternative condivise al progetto in fieri, da parte residenti nelle vie interessate dalla Variante e per Villasanta), mette in evidenza l’impossibilità per quel progetto di sottopasso-sovrappasso di assolvere adeguatamente alla funzione non solo del traffico interno-locale, ma anche del traffico di attraversamento. Dall’altra parte l’amministrazione comunale, guidata dal Sindaco Mario Erba della Lista per Villasanta, risponde sostenendo che un eventuale sovrappasso in Via Doria, così come proposto dal Comitato per il Referendum, sarebbe di fatto un doppione inutile e dannoso della direttrice stradale Sp45 distante circa 500 metri a nord. Le forze politiche di minoranza presenti in consiglio (Lista Viviamo Villasanta, Forza Italia e Lega), durante il percorso non riescono a stabilire una posizione precisa e conseguente, esprimendo un atteggiamento ondivago e lasciando di fatto da solo il Comitato del Referendum nella campagna referendaria che si conclude il 24 giugno 2001 con il non raggiungimento del quorum, fermandosi al 30% anziché raggiungere il richiesto 50% dei votanti, cioè almeno 5300 persone su 10.600. In gran parte i partecipanti al voto sono residenti delle aree interessate che votano in maggioranza assoluta per lo spostamento.
2001: i probabili motivi e le cause che portano al fallimento del referendum
Il lettore che è arrivato fin qui si chiederà per quale motivo è stato disatteso un istituto di democrazia diretta, così tanto osannato da alcuni politici in questi ultimi tempi come forma alta di partecipazione decisionale. La mia risposta è molto semplice: quando la politica funziona male, produce pasticci e tutta questa storia è un pasticcio esemplare. L’esito del referendum non premia le aspettative e gli sforzi del Comitato del Referendum per una serie di probabili motivi: per il comportamento prima discontinuo e poi contrario rispetto alle intenzioni dichiarate di Forza Italia e Lega all’opposizione, in parte influenzate dalla contiguità fra elezioni politiche nazionali e il referendum cittadino; per l’atteggiamento contraddittorio della maggioranza Lista per Villasanta che istituzionalmente auspica una massiccia partecipazione a suo supporto, come una chiara indicazione di scelta pubblica, ma nei fatti facilita un comportamento di astensione; la stampa locale presenta la vicenda del referendum come una battaglia meramente politica fra schieramenti, sminuendone l’interesse sovra partitico, sociale e ambientale; infine la data feriale della votazione, scelta dall’amministrazione comunale che non ne accetta la posticipazione in autunno, disincentiva la partecipazione al voto. Eppure il referendum, se partecipato, sarebbe stato utile ai cittadini per assumersi la responsabilità diretta e consapevole delle scelte pubbliche e in alternativa a impedire un errore urbanistico-viabilistico, dovuto allo snaturamento di una zona di Villasanta inadeguata alla funzione: il traffico insistente su Via Manzoni è regolato da passaggi a livello; quello sulle vie XXIV Maggio, Donatori di Sangue e Meucci è costituito solo dai residenti nelle vie citate, di cui una privata, poiché senza sbocco automobilistico oltre le ferrovie.
2003-2004. Viene realizzato un sottopasso-sovrappasso per il traffico interno
Alla sconfitta della proposta dei Riformisti ha sicuramente influito quanto sopra esposto, ma anche la rassicurazione, fornita dall’amministrazione, di volere realizzare un sottopasso dimensionato al solo traffico interno di Villasanta. Infatti, l’amministrazione comunale nel 2000 aveva prodotto un “Verbale di Deliberazione”, del quale riporto il documento che stabilisce a più riprese l’uso del sottopasso solo per il traffico urbano.
Controdeduzioni delibera 08-11-2000 – Documento Pdf
La Variante al Prg, corretta e stralciata, viene posta in esecuzione della amministrazione e ottiene l’approvazione del TAR nell’attuale configurazione ad Y, il “Comitato dei “Residenti per una Viabilità Villasantese a Misura d’Uomo” continua negli anni successivi a seguire l’attuazione dell’opera, controllando che questa sia compiuta nel pieno rispetto delle varie controdeduzioni, verbalizzate dall’amministrazione in risposta alle osservazioni del comitato. Viene creato un percorso ad Y, formata da Via F.lli Bandiera congiunta (attraverso via Donatori di Sangue) a Via Meucci e Via XXIV Maggio. Il comitato segue costantemente passo dopo passo la trasformazione di un piccolo quartiere residenziale (dove prima circolavano solo residenti, è bene ricordarlo) in un nuovo asse viario est-ovest. Lo sconvolgimento è notevole. Tuttavia il comitato riesce a controllare e a ottenere l’esecuzione di alcuni accorgimenti utili a ridurre potenzialmente il flusso del traffico, come l’altezza ridotta e la dimensione limitata del sottopasso per evitare il passaggio di mezzi pesanti, un prolungamento con inversione di direzione di marcia del traffico proveniente da nord, creata ad hoc attorno alla rotonda di Via Leonardo Da Vinci, per scoraggiare il flusso di ingresso direttamente in Via Meucci, il posizionamento dei dossi di rallentamento e la limitazione del traffico a 30 Km\h in Via Meucci.
Anni 2004-2009
Costruito il sistema viabilistico del sottopasso-sovrappasso, il comitato continua a monitorare il traffico, segnalando costantemente: l’aumento progressivo del medesimo, le problematiche relative alla nuova situazione di viabilità e vivibilità per i residenti e la cittadinanza, oltre a proporre varianti e miglioramenti per maggiore sicurezza, vivibilità e qualità ambientale. Tutto questo fino al suo scioglimento, avvenuto intorno al 2009. Alcuni dei 13 rappresentanti del comitato hanno comunque portato avanti un rapporto individuale di relazionamento con le amministrazioni succedutesi nel tempo, nell’ottica dell’ottenimento dei miglioramenti ritenuti necessari e proponendo osservazioni, opposizioni e proposte ai PUT (Piano Urbano del Traffico) e ai PGT (Piano di Governo del Territorio) successivi.
2016. Prima o poi i nodi arrivano al pettine: il sottopasso-sovrappasso si trasforma in asse secante per il traffico di attraversamento extra-urbano
A conferma dei timori e delle previsioni espressi dai due comitati dal 2000 in poi, il traffico presente nel sistema di sotto-sovrappassi in questione, secondo i ripetuti monitoraggi dei residenti e delle amministrazioni sopravvenute, è stato in continuo aumento. Probabilmente è stato favorito anche dalla maggiore conoscenza del percorso infra-cittadino, indotta dal progressivo intasamento della viabilità provinciale da Nord a Sud e viceversa. Dal 2016 in poi il flusso di traffico ha assunto dimensioni incontenibili e insopportabili, grazie anche alla presenza nelle auto moderne dei navigatori stradali, che permettono, se debitamente impostati, la ricerca istantanea ed il suggerimento di percorsi a traffico più ridotto. Dalle varie rilevazioni ufficiali della amministrazione, vengono stimate circa 4.000 auto in transito per ogni senso di marcia nelle vie Meucci e XXIV Maggio (quindi 8.000 auto/giorno) attribuite in gran parte a non residenti a Villasanta e con punte negli orari mattutini/serali di circa 2.000 auto per senso di marcia. Nelle ristrette vie Meucci, Donatori Di Sangue e XXIV Maggio, si formano ogni mattina e sera code e ingorghi con traffico incolonnato in tutto il percorso a Y, tale da rendere di fatto difficoltoso e pericoloso il passaggio pedonale, anche perché le vie sono sprovviste o hanno solo un ridotto marciapiede. La velocità delle auto è rilevata pericolosa rispetto non solo al codice stradale, ma anche per il ristretto sedime e la percorrenza in sicurezza nelle medesime. Inoltre, le abitazioni partono dal bordo stradale, quindi le auto incolonnate rilasciano gas di scarico che entrano direttamente nelle case e risulta sempre difficile e pericoloso per i residenti effettuare l’uscita in retromarcia dai box e dai parcheggi interni.
2019: nasce un nuovo comitato
Nella zona si vive da tempo in una continua e gravosa situazione di emergenza; per evitare l’eventualità molto probabile di incidenti e infortuni dei residenti di Via Meucci, vengono informati i giornali locali che riportano l’appello con articolo a titolo “Un’autostrada sotto casa”. Nasce un nuovo “Comitato dei Residenti in Circonvallazione Est – Villasanta” che interviene presso l’amministrazione comunale con comunicati e proposte varie, supportate da una petizione di 203 residenti firmatari che richiama l’amministrazione agli impegni assunti a partire dal Verbale di Deliberazione del 2000, citato in precedenza. Alcuni rappresentanti del comitato si incontrano più volte con l’amministrazione in carica guidata da Luca Ornago, amministrazione che non può far altro se non farsi carico dei problemi rilevati e documentati e trovare soluzioni, anche in considerazione del fatto che gli atti pubblici citati dal comitato sono rintracciabili negli archivi comunali dal 2000 in poi e dai quali si evince in modo chiaro ed inoppugnabile che la progettazione e l’esecuzione del sistema dei sotto-sovrapassi in questione è stata deliberatamente progettata ed implementata, dall’amministrazione comunale del 2000, in funzione di un flusso di traffico locale-interno, necessario per un più agevole e rapido collegamento fra il centro di La Santa, Sant’Alessandro e San Fiorano e intendendo assolutamente proteggere il collegamento delle zone cittadine dal traffico di attraversamento extra locale, con adeguati sistemi di prevenzione, di controllo ed esclusione.
Soluzioni
La soluzione di problemi complessi, come lo è questo del contorto sottopasso-sovrappasso, richiede il coinvolgimento e la partecipazione dell’intera comunità dei residenti. Al netto della quantità di denaro utilizzato per costruire il sottopasso a Y, risolvendo e progettando su misura soluzioni particolareggiate, un altro tipo di sottopasso sarebbe stato probabilmente meno costoso e più funzionale. Certamente allo stato attuale è poco credibile l’ipotesi di costruire un nuovo attraversamento automobilistico in grado di assorbire anche parte del traffico extra-comunale, in primo luogo perché non ci sono più gli spazi e le condizioni per poterlo fare: la situazione in San Fiorano è radicalmente cambiata e un eventuale sottopasso, come quello proposto nel 2001, investirebbe di traffico una zona divenuta prettamente residenziale e in parte anche area a tutela agricola. Ma soprattutto perché un nuovo progetto costerebbe intorno a 4 milioni di euro, somma non disponibile nel bilancio comunale. Nello stesso tempo nessuna amministrazione, di qualunque tendenza politica che potrebbe amministrare Villasanta, può sottrarsi dalla responsabilità di lasciare degradare la situazione del sottopasso di cui stiamo parlando. Ci sono, come ho descritto in questo servizio, precise scelte e deliberazioni di atti pubblici che non lasciano equivoci e inchiodano qualunque amministrazione a rispettare gli impegni, a trovare le misure utili affinché il traffico di attraversamento sia, se non eliminato del tutto, contenuto al massimo. In ogni caso, “Prima i Villasantesi”, ma senza chiudere occhi ed orecchie ed usando ragione e senso civico!
Una visione più alta, pensando l’intero perimetro urbano come bene da tutelare e valorizzare
Conversando con Valerio Peri, durante il lavoro di ricerca per realizzare questo servizio, ho compreso che negli anni in cui si è impegnato nel primo e secondo comitato dei residenti (quest’ultimo considerato una naturale conseguenza della situazione viabilistica innescata con il sistema di sotto-sovrappassi sostitutivi dei passaggi a livello nella zona), ha pensato e tenuto sempre in conto che il problema non fosse solo tormento o patrimonio dei residenti nella zona. Infatti, in tal senso si è impegnato ogni volta ad esaminare le problematiche emergenti ed indicarne le eventuali soluzioni, per quanto possibile, in forma propositiva e rispettosa, delle esigenze dei residenti e delle conseguenze sulla cittadinanza, non solo per scongiurare la solita cosiddetta “guerra fra poveri”, che si scatenerebbe inevitabilmente proponendo soluzioni parziali e delimitate al soddisfacimento delle necessità e richieste di residenti di una zona, ma proponendo anche valutazioni ed ipotesi condivise e allargate di approccio al problema della viabilità interna ed extra locale di Villasanta. In questa direzione si pone, coerentemente, anche l’ipotesi attuale, integrativa della richiesta di cui alla petizione del comitato citata sopra: cioè, togliere/escludere il traffico dal centro cittadino, spostarlo all’esterno, ma contemporaneamente operare in modo da rimodulare l’immagine del centro cittadino e rendere il medesimo e la città sia più attraenti per abitanti e visitatori, sia meglio più vivibili per i cittadini e per i commercianti, ovvero, valorizzando adeguatamente i punti di forza e di debolezza della città. Ne parleremo meglio in un prossimo servizio.
Pino Timpani
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