cultura

Un fondo per intenditori

La villa Camperio, ieri, ha ospitato due personaggi d’eccellenza, lo storico Alessandro Pellegatta e il professore universitario Antonio Morone, che hanno esaltato le figure dei “padroni di casa” e l’ampiezza dell’eredità culturale che hanno lasciato nel loro personale archivio, oggi conosciuto come Fondo Camperio.
In occasione della presentazione del libro “Manfredo Camperio – Storia di un visionario in Africa” di Alessandro Pellegatta, l’amministrazione comunale ha disposto pure l’apertura straordinaria al pubblico del Fondo Camperio, sostrato sostanziale delle fonti utilizzate dal Pellegatta per la redazione del libro, il quale ha dichiarato: “Il fondo Camperio è ricco e complesso, ci ho messo mesi per analizzare le fonti e per riordinarle. I volumi conservati nel fondo sono da affidare alle mani di intenditori e storici professionisti. Il Fondo è assolutamente da valorizzare”.
Il lungo incontro culturale si è incentrato sulla figura di Manfredo Camperio (1826 1899), esploratore visionario e imprenditore culturale, fondatore della rivista “L’esploratore” e della “Società di l’esplorazione commerciale”.
Inserito nel contesto risorgimentale italiano, Manfredo Camperio ha avuto un ruolo rilevante nelle lobby coloniali, ma, al contrario di molti altri illustri personaggi, ha enfatizzato l’importanza delle esplorazioni come fonte principale di sapere e di commercio, di conoscenza fruibile nel concreto, slegandole dal desiderio di dominio sui popoli colonizzati.
Molti delle tematiche sociali, commerciali e politiche che ancora caratterizzano i rapporti dell’Italia con l’Africa affondando le proprie radici proprio nel lavoro svolto da Manfredo Camperio.
Tutta la sua storia, e molto di più, è raccontata, raccolta e conservata nel Fondo Camperio.
Al termine dell’incontro, dopo le domande ai relatori dal pubblico, sono stati proprio gli stessi relatori a interrogare provocatoriamente il sindaco uscente, Luca Ornago: “Cosa intende fare per valorizzare il Fondo? Qualcosa è stato fatto, ma c’è ancora molto da fare”. Lo stesso professore dell’università di Pavia ha incalzato: “nel Fondo sono presenti risorse letterarie sul colonialismo in Africa che potrebbero essere davvero ben valorizzate soltanto presso appositi centri culturali, come ad esempio l’università di Pavia”.
“Saremmo folli se non avessimo una progettualità sul fondo Camperio-  ha risposto Ornago – anche grazie alla passione di giovani studenti, che si sono interessati al fondo, il fondo è stato valorizzato. Qualche anno fa il passo importante è stata la sua digitalizzazione. In questi cinque anni di mandato il Fondo è stato messo a disposizione della comunità locale attraverso aperture straordinarie e visite guidate. Sono stati anche intessuti contatti con il Consorzio Villa Reale di Monza per tentare l’esportazione delle risorse documentali contenute nel fondo Camperio all’interno di mostre di più elevata importanza artistica. Di riscontro, la villa Camperio potrebbe invece essere trampolino per convegni e mostre. Questa sarebbe l’idea che vorremmo sviluppare. L’obiettivo di questi cinque anni passati è stato riportare la villa Camperio a polo culturale; l’obiettivo dei prossimi cinque sarebbe rimettere mano agli spazi della Villa e trovare luoghi nuovi da dedicare al Fondo, ampliandoli e magari esporli alle mostre in maniera fissa. Da soli è difficile: se ci sono, come ci sono, studiosi interessati, come ad esempio quelli del polo universitario di Pavia, si otterrebbero risultati migliori”.

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