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I “ragazzi” dell’Auser

Il Coronavirus ringiovanisce l’Auser. Per preservare gli over 65, notoriamente più esposti a eventuali contagi, un team di volontari dai 19 ai 55 anni sta affiancando i senior per fornire servizi informativi, quelli di spesa a domicilio, venire incontro a richieste di aiuto. Come si svolge l’attività, come è organizzata, che esperienza fanno i più giovani. Lo abbiamo chiesto a Valentina. Ne esce un affresco, forse nuovo per alcuni di noi, dei bisogni, delle fragilità delle nostre comunità. Nemmeno il Coronavirus è uguale per tutti!

Valentina, che di tipo di supporto stai dando ad AUSER ?

Io, Elvis e Tosco (Presidente di Auser Brianza), rispondiamo alle chiamate che arrivano al nostro numero verde (800.99.59.88 da fisso e 039.24.54.544 da mobile) per fornire indicazioni sui servizi che le persone possono richiedere o i recapiti da contattare in caso di sintomi o contatti con
persone positive. Inoltre, sempre al numero verde, arrivano le richieste per i servizi di consegna spesa e farmaci a domicilio, che abbiamo istituito in collaborazione con i Comuni di Monza, Desio e Villasanta, Croce Rossa e Protezione Civile per aiutare le persone più fragili a fronteggiare questa
emergenza. Quindi, una volta ricevuto le richieste, ci occupiamo di gestirle e di organizzare interamente i servizi, coordinando tutti i volontari, dalla raccolta della lista della spesa alla consegna presso il domicilio.
Infine, in caso di necessità, ci interfacciamo con gli assistenti sociali del Comune nonché con Croce Rossa e Protezione Civile anche per venire incontro a richieste di aiuto di tipo differente che richiedono un lavoro di “rete”.

Come è composto il team di lavoro

In normali circostanze i volontari Auser sono persone over 60, che dedicano il loro tempo alle attività di supporto ad anziani più fragili, diventando quindi una risorsa importante per la nostra società.
Tuttavia in questo periodo di emergenza, poiché i più esposti sono proprio gli anziani, è diventato prioritario tutelare innanzitutto i nostri volontari, sebbene essi siano ancora in gran forma.
Per questa ragione, abbiamo accolto le numerose offerte di aiuto che sono arrivate da parte dei più giovani e stiamo lavorando con un team operativo di “ragazzi” con un’età compresa tra i 19 e i 55 anni.
A Villasanta ci sono Giulia, Matilde, Augusta, Micol, Alice e Fabrizio. A Monza troviamo Matteo, Davide, Veronica, Alessandra, Luca, Simone, Lorella, Rossana e Marco, Sergio e Marialisa. A Desio infine Luigi e Giuseppina, Laura e Gaetano, Luca e Giulia, Gabriele, Mirko, Yaqub, Khan, Stefano e Aly.
Operative da casa infine ci supportano Giorgia, Barbara e Anna. Ci teniamo a sottolineare che essenziale è stato l’aiuto a distanza dei volontari “senior” che, forti della loro esperienza, soprattutto a Villasanta, dove il servizio di consegna spesa a domicilio era già in parte attivo, ci hanno aperto la strada con i supermercati della zona.
Un meritatissimo grazie quindi a Guido, Patrizia, Alberto, Vittorio e Bruno, membri attivi del comitato soci della Coop, che hanno reso possibile un’ottimale organizzazione di tutto il sistema.

Collaboravate già con AUSER? Come siete stati contattati?

Io ed Elvis sì, eravamo già operativi all’interno di Auser. Gli altri ragazzi invece sono arrivati perché si sono offerti spontaneamente, rivolgendosi al Comune, al CSV di Monza, o semplicemente lo hanno saputo dai loro amici e sono accorsi. E’ stato davvero commovente in un momento così difficile per tutti, vedere le persone farsi avanti con coraggio, scegliendo di mettersi al servizio degli altri, decidendo di correre in aiuto delle persone più fragili e più deboli, spesso dimenticate, per proteggerle e non farle sentire sole. Il motto #iorestoacasa non significa io resto solo!

Puoi descriverci una giornata tipo?

La giornata inizia presto, il telefono inizia a squillare anche prima dell’orario canonico e da lì è un susseguirsi di chiamate, non si ha il tempo di alzare gli occhi dalla scrivania. Mentre si è al telefono ci sono chiamate in attesa, il “buongiorno” conclusivo di una telefonata coincide con il “Pronto, buongiorno” della chiamata successiva.
Arrivano tante, tantissime richieste di aiuto, persone che necessitano della spesa, di farmaci, in difficoltà economica, con famigliari ricoverati o da poco deceduti, che non sanno a chi rivolgersi, cosa fare. Sono disperate, in uno stato di sconforto totale, si sentono sole. Oltretutto si tratta spesso di persone anziane, con difficoltà ad usare mezzi tecnologici e quindi ancora più isolate dal mondo.
Per questo ogni telefonata è a sé: non si può risolvere in una semplice e banale risposta che potrebbe fornire un disco fisso di qualsiasi call center; le persone che ci chiamano hanno bisogno di una nostra parola di conforto, di una voce che li rassicuri, che dia loro la speranza, perché sentano che #andràtuttobene davvero. Proprio per questa ragione abbiamo potenziato il nostro servizio di telefonia sociale, che prevede che i nostri utenti ricevano periodicamente delle telefonate di compagnia, per scambiare quattro chiacchiere, magari spensierate, o per raccontare di sé e condividere le proprie preoccupazioni, per sentire una voce amica. E così, quando riceviamo una chiamata di qualcuno un po’ più in difficoltà, che magari ha subito un lutto, o che semplicemente ha bisogno di un sostegno in più, attiviamo questo nostro servizio del tutto gratuito.
E oltre ai nostri volontari, che stanno svolgendo le loro telefonate da casa, si è aggiunta Barbara, una meravigliosa educatrice che ci sta dando un grande supporto.

Quali sono i vostri strumenti di lavoro?

Telefono e pc. Perché dopo l’intera giornata passata alla cornetta del telefono, le richieste di aiuto vanno gestite, i volontari coordinati. E allora ogni telefonata va indirizzata dapprima a chi pazientemente prende nota della lista, poi ai vari volontari, che si occuperanno infine di fare la spesa e la consegneranno.
Poi ci si coordina con Protezione Civile e Croce Rossa, ci si interfaccia con i Comuni e quotidianamente si aggiornano i report di tutte le attività. E si va avanti fino a notte fonda, perché è difficile spegnere il telefono alle 18 in punto, se c’è bisogno, non si può dire di no, non ci si può voltare dall’altra parte. E allora si continua, non esiste pausa pranzo, non esiste weekend, non esiste la sera sul divano.
I volontari “operativi” sul campo sono abituati a ricevere le liste della spesa a tarda sera, il giorno dopo partono muniti di mascherina, guanti, pettorine e tesserino Auser alla volta dei supermercati e delle farmacie. Che siano liste lunghe o corte non importa, carichi pesanti o leggeri, nessuna distinzione. Riempiono i carrelli di ogni genere di prodotto, facendo il possibile per accontentare anche le esigenze più specifiche. E’ il loro modo di dire alle persone più anziane che c’è qualcuno che sta pensando proprio a loro, alle loro esigenze e ai piccoli “vizi”. Perché se è vero che siamo tutti in emergenza e dobbiamo fare dei sacrifici, è anche vero che già solo il cambiamento della routine per gli anziani è destabilizzante.

Dal 16 marzo nella sola Villasanta, i volontari hanno gestito 120 telefonate, consegnato 71 spese, incluso i farmaci

Come va con i dispositivi di protezione e quali procedure di sicurezza seguite?

I DPI sono difficili da reperire ma facciamo il possibile e “sopravviviamo”, anche grazie ad alcune donazioni recentemente ricevute dall’azienda BLS e dall’Associazione Monza Soccorso che ci hanno regalato un totale di 150 mascherine.
Ringraziamo tutti i negozi che ci hanno dato una corsia preferenziale, in particolare Coop, per poter procedere più velocemente alla spesa e consentire ai nostri volontari di adempiere alle liste delle spese per poi girare per la città, procedere alle consegne a consegnare seguendo un protocollo ben preciso: non si entra MAI in casa, per nessuna ragione, anche a tutela dei nostri utenti, per salvaguardarli da truffe e raggiri; viene sempre mantenuta la distanza di sicurezza, nessun contatto diretto, i DPI sempre indossati.
Siamo operativi nei comuni di Monza, Desio e Villasanta principalmente, ma nei limiti delle nostre possibilità, cerchiamo di aiutare chiunque abbia bisogno, perché in questa emergenza non esistono confini. Finora e relativamente a tutte le aree coperte abbiamo ricevuto più di 500 telefonate, che si sono tramutate in quasi 300 consegne tra spese e farmaci e oltre 200 richieste di informazioni per fornire alle persone un orientamento riguardo numeri e servizi a cui rivolgersi.

Che tipologia di persone incontri? C’è stato qualche episodio o caso che ti ha particolarmente colpito?

Veniamo in contatto ogni giorno con tante persone diverse. C’è chi chiama disperato, chi è infastidito, seccato, perché magari è esasperato da questa situazione e non sa più a chi rivolgersi. La pazienza è d’obbligo: dietro a ogni persona c’è una storia.
E poi c’è chi è gentile, educato e timidamente, quasi con il timore di disturbare, chiede un aiuto perché da solo non ce la fa. Sono persone dignitose, che cercano di andare avanti con le loro forze
fin dove riescono.. Ma ora non ce la fanno più, sono stanche, stremate. Hanno bisogno di noi, di tutti noi.
E quando dopo una giornata estenuante riceviamo un messaggio di sincero ringraziamento, una telefonata in cui dall’altro capo del filo una nonnina entusiasta, con la voce piena di gioia ci ringrazia della spesa ricevuta, o quando troviamo un semplice biglietto in una busta con scritto “siete degli angeli, grazie”, questo ci riempie il cuore e ci dà la carica per andare avanti. E’ come una conferma: insieme ce la possiamo fare.

Ti vengono in mente tre parole o meglio tre aggettivi per descrivere questa esperienza?

Tre parole? Non ne basterebbero mille. Tuttavia dovendo fare una
scelta, direi: surreale, straordinaria, commovente.
Stiamo vivendo in una situazione surreale, che nessuno si sarebbe mai immaginato di vivere, come sulla scena di un film apocalittico: gente che gira con le mascherine, coprifuoco, ospedali saturi, camion che caricano e portano via chi non ce l’ha fatta….e invece è la realtà. La nostra realtà. Tuttavia in questo periodo sono successe cose “straordinarie”,
nel senso letterale del termine: fuori dall’ordinario. Non mi dilungherò sui benefici effetti sull’ambiente, piuttosto del clima di fratellanza o dell’orgoglio nazionale che neanche ai mondiali di calcio! Parlerò di quanto inaspettato sia stato vedere accorrere tanti volontari, di quanto entusiasmo, di quanta energia ci stiano mettendo. Parlerò di quanti di loro, nel silenzio delle città ferme, immobili, si muovano senza sosta in aiuto degli altri.
Parlerò di quanto siamo rimasti sorpresi di scoprire che un gesto così banale, come fare la spesa e consegnarla ad una persona dietro ad una mascherina sulla porta di casa, sia un gesto tanto apprezzato. Che fa sentire calore alle persone, che fa nascere un sorriso sincero. E tutto questo è
semplicemente commovente.

4 Comments

  1. Cristiano Porzia Agata

    Bravissimi a tutti ,fare volontariato ci gratifica ,specialmente in questi giorni così tristi e soli col virus che dobbiamo stare a casa ,e sempre bello sapere che c’è qualcuno che tende una mano per aiutare chi ha bisogno .Io sono una volontaria Auser noi ci siamo di Bovalino Marina per ragazzi abili e disabili e cerco il giorno a modo mio di dare un conforto a questi ragazzi e anche le famiglie con un semplice gesto le videochiamate in gruppo ,qualche canzone richiesta dai ragazzi ,delle barzellette e così passa il loro tempo .Siete speciali voi giovani di oggi grazie di esistere perché avete un cuore grande per capire l’esigenza della vita .🙏❤️

  2. Manteniamo alto il nostro orgoglio per l ‘ appartenenza alla famiglia Auser . Buonanotte e sempre in gamba.
    AUSER CAPUA

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