Abbiamo ricevuto e volentieri pubblichiamo un contributo che ha l’ambizione di aprire un dibattito su un avvenimento che ha suscitato qualche perplessità tra i nostri lettori.
La fase due del cantiere di risistemazione di Piazza Europa ha preso l’avvio lo scorso giovedì.
La fase uno della fase due, oltre ai necessari e conseguenti adattamenti alla viabilità, ha comportato l’espianto dei due bagolari che, da circa un ventina di anni: dal giro di boa del nuovo millennio, hanno caratterizzato l’ampia area del mercato.
Un provvedimento annunciato, non nuovo. Tanto annunciato …quanto, penso, discutibile.
Il varo del progetto, così come si sta attuando ora, risale a maggio del 2019, fu tra gli ultimi provvedimenti assunti dalla precedente tornata amministrativa. Sul destino dei bagolari non ci fu una scelta unanime, anche se le voci di dissenso furono comunque assorbite da un dibattito amministrativo, che su questo aspetto, è stato quantomeno assopito, senza nessuna eco nella cosiddetta opinione pubblica.
Ora i bagolari, come per altro previsto fin dall’inizio, sono stati ricollocati. Sono stati ripiantumati in via Doria, nel prato che completa l’angolo con via Leonardo da Vinci. In uno dei numerosi non luoghi che si ritrovano nel nostro territorio. Una scelta determinata più da motivazioni di carattere logistico, legata all’accessibilità dell’area ai mezzi pesanti necessari allo spostamento dei due alberi ventennali. L’attuale location arriva dopo che si sono considerate altre alternative come il parchetto di via Loi e il parco di via Rodari.
Non ci resta che sperare che questa operazione di ricollocazione possa avere un buon esito: i bagolari sono piante che vantano una forza e longevità di specie e una buona dose di resilienza, anche se l’aspetto traumatico è veramente importante e il loro ri–radicamento, per niente scontato. Sperem !!!
Ma questa vicenda induce a qualche riflessione che mi sembra giusto esprimere prendendo spunto da questa vicenda.
I bagolari sono anche chiamati, per la natura del loro impianto radicale, spacca sassi e per questo considerati inconciliabili con un intervento di sostanziale rifacimento della pavimentazione della piazza e della sua vocazione come piazza del mercato e per grandi eventi. Ma non sarebbe il caso di pensare a forme di progettazione che superino la ragion pratica verso un diverso paradigma che assuma altre forme di ispirazione e priorità? Non è mai solo e sempre una questione di quantità, (tutto sommato si parla di due alberi), ma di qualità.
E poi. Ogni luogo ha un suo linguaggio. Piazza Europa era stata concepita cercando di fornire una rilettura dell’ambiente preesistente. I suoi segni erano rappresentati dalla presenza del richiamo di un prato, di una fontana che richiamava il corso di una roggia che attraversava l’area da est a ovest e dalla presenza dei bagolari, essenze tipiche dei nostri boschi, anche se non autoctone.
Nel tempo, abbiamo piantato un pino alpestre nel prato che ricordava i lavandai e gli stenditori di pezze. Abbiamo interrato il canaletto che richiamava la roggia e ora spostato i bagolari. Non stiamo certo parlando dei fori imperiali di Roma o della valle dei templi di Agrigento, ma un pensiero è un pensiero e, per quanto discutibile, ci si deve approcciare con rispetto e la giusta sensibilità.
E questa è una riflessione che vale per piazza Europa ora, ma si può estendere al tema della collocazione della statua della Lavandaia che ha suscitato un reale, quanto scomposto, dibattito nei vari gruppi social recentemente, ma soprattutto va considerato in vista di scelte future.
Un’ultima riflessione. L’intervento di riqualificazione della pavimentazione di piazza Europa avrà un onere complessivo che si aggira attorno a 830 mila euro. Un intervento importante, difficilmente riconducibile solo alla categoria della manutenzione straordinaria; la sua entità e l’esito che ne potrà scaturire lo colloca più nell’ambito di un vero e proprio ridisegno urbano che avrebbe potuto cogliere e raccogliere, almeno in fase di progettazione e di omogeneità e unitarietà di ispirazione (se non di immediata realizzazione), tutti quegli elementi che assegnano a piazza Europa un ruolo importante di cerniera tra uscita della scuola Oggioni, il parco Rodari, la piazza del Comune e il centro storico.
Sono considerazioni sicuramente discutibili ma che offrono una visuale attraverso cui leggere e collocare le necessità, gli interventi e le scelte che seguiranno.
Così come se potessimo disporre di un drone che offra all’immagine del nostro paese ampiezza e visone che altrimenti non avremmo.
Come si dice in questi casi, il dibattito è aperto.
Io sono molto contento che Villasanta si abbellisca ed aggiorni la funzionalità di determinati suoi angoli per renderli più utili e gradevoli !
Spero tuttavia che gli stanziamenti per migliorare non riguardino unicamente le zone centrali ma esista una seria strategia che preveda anche interventi nella periferia. Ad esempio ritengo opportuno in tal senso considerare il fondo stradale di via Molino e la pulizia dei lati di via Toti.
Ciao Mario, mi è piaciuta la freschezza di questo articolo che senza troppo andar sopra le righe, suggerisce a chi governa Villasanta, di avere uno sguardo che va oltre al bisogno corrente. Forse oggi i “bagolari”, nella nuova collocazione, non saranno più usati come “portacicche” dagli incivili che ahimè sono sempre duri di comprendonio. Così come potranno godersi la vecchiaia per contemplare speriamo a lungo un panorama molto più ameno dei palazzi. Ciao