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Urbanistica, dalla Variante una chiara visione d’insieme della Villasanta che sarà

Riceviamo da Patrizia Bestetti, consigliere comunale della Lista Cittadini per Villasante e segretaria cittadina del Partito Democratico, questa riflessione sull’adozione della Variante al Piano Generale del Territorio che volentieri pubblichiamo.

Patrizia Bestetti, segretaria cittadina del PD

Intervengo in questa sede per dare un contributo, almeno qui, alle considerazioni sulla variante al Piano Generale del Territorio. Perché non ho espresso il mio parere anche in Consiglio Comunale? Forse per incapacità emotiva, visto che l’arroganza manifestata da parte dell’opposizione rischiava di ricevere da me risposte altrettanto arroganti e l’arroganza non è mai, a mio parere, da emulare.

Mi ha colpito il titolo di uno degli articoli apparsi su questa testata dove si cita come “inutile l’uscita dall’aula dell’opposizione” e vorrei esprimere il mio parere al riguardo: inutile ai fini del numero di voti a favore dell’adozione del PgT (la maggioranza era comunque garantita) ma questo non può essere il solo obiettivo da perseguire; il Consiglio Comunale è infatti  luogo di tutti i rappresentanti della cittadinanza,  dove si discute e ci si confronta concludendo democraticamente con un voto. Non votare significa non rispettare fino in fondo questa finalità. Quindi, più che inutile, direi grave. Non ho considerato né eroico né coraggioso abbandonare l’aula da parte dell’opposizione, con scelta unanime, semmai un po’ farsesco.

Per quanto riguarda il merito, la relazione dell’assessore Carlo Sormani penso sia stata, oltre che esaustiva, capace di coinvolgere, nella narrazione dei contenuti, proprio tutti i presenti e i cittadini collegati in streaming, attorno a una chiara visione di insieme del nostro territorio, visione che tiene fede a quelli che sono sempre stati gli orientamenti della Lista Cittadini per Villasanta.

Mettere mano alla variante partendo dal Pgt 2019 ha permesso di adeguare diverse situazioni a nuove esigenze sociali e culturali, di far emergere nuove idee di valenza ambientale e di consolidare indirizzi già presenti e da implementare: riduzione del consumo di suolo, potenziamento delle destinazioni a servizi, livelli di standard superiori alla media, aumento delle aree da destinare a verde.

Tutto ciò nella consapevolezza che si sta operando su un territorio che purtroppo presenta già una elevata occupazione di suolo; l’obiettivo è quindi contenerla e puntare sulla qualità degli interventi.

Alcune considerazioni espresse dalla minoranza che considera strumentale arrivare a cinque mesi dalla scadenza della legislatura con una variante di Pgt, vincolando le scelte della futura amministrazione.

L’edificio dell’Area Nord, al confine con Arcore: c’è un progetto di utilizzo

Ma quale sarebbe il termine consono e chi lo decide? Sei mesi, un anno, un anno e mezzo?

A discrezione, la durata di una legislatura diventa flessibile in funzione delle convenienze del momento. Oltretutto se c’è uno strumento che può essere modificato senza grossi problemi, è proprio il Pgt. La Giunta più che legittimamente non ha fatto altro che chiudere un lavoro che aveva già impostato da più mesi.

Ritengo quindi pregevole che una amministrazione operi fino in fondo per rendere un Pgt adeguato a una Villasanta che, come ogni realtà, vede oggi nuove necessità.

Sarebbe invece discutibile e disimpegnato delegare a “chi ci sarà dopo di noi”.

Mi soffermo sull’Area Nord, esprimendo la mia personale soddisfazione per la tenacia dell’amministrazione nel mantenerne la destinazione d’uso a servizi, tenacia che ha incontrato compatibilità con le intenzioni degli operatori acquirenti.

Questo intervento consentirà di rispondere alle necessità di edilizia convenzionata e servizi abitativi pubblici e temporanei, con relativo sostegno ai giovani e alle fasce più deboli.

Le critiche a tale operazione hanno paventato il rischio di creazione di una situazione di disagio nel quartiere Sant’Alessandro che si potrebbe determinare a seguito di una eccessiva concentrazione di edilizia popolare. 

Si lavora all’oasi della biodiversità in piazza Canova, a Sant’Alessandro

Ci tengo a sottolineare – anche se dovrebbe essere indirizzo già noto ai consiglieri – che gli appartamenti di edilizia popolare previsti nell’intervento riguardano una ipotesi numericamente contenuta di unità abitative, collocate in un’area vasta e fortemente integrata con altre tipologie di residenza, con negozi di vicinato, con una palestra e luoghi deputati alla cultura. L’interazione che si instaurerà con il resto della comunità villasantese è quindi evidente.

L’esempio del milanese Giambellino – quartiere di 45.000 abitanti, di cui non voglio disconoscere i problemi – ritengo infine che sia poco calzante alla nostra realtà proprio dato il contesto ben diverso dalle piccole comunità brianzole, di cui Villasanta è un esempio con i suoi 14.000 e poco più abitanti e un tessuto sociale nel complesso ancora saldo e coeso.

Tutte le famiglie meritano di avere una casa adeguata, in un ambiente dignitoso, è uno dei diritti sociali primari. Come in ogni situazione articolata, gli eventuali rischi dovranno essere prevenuti attraverso la qualità dei servizi offerti.

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