Stiamo seguendo la situazione delle Case di Riposo attraverso un filo conduttore: quello dei dati. Senza sensazionalismi ma coscienti che in quei contesti la situazione è ancora molto molto critica.
Questo è l’aggiornamento settimanale dell’indagine ISTAT avviata dall’Istituto Superiore della Sanità (ISS) sull’impatto del Coronavirus sulle RSA-case di riposo italiane (pubbliche e convenzionate), di cui abbiamo dato conto nella prima parte di questo dossier.
L’aumento del numero di risposte conferma l’incremento dei decessi, una percentuale significativa dei quali associati al COVID-19 o a sintomi simil-influenzali e, con una nuova rilevazione, si certifica la presenza nelle RSA di pazienti contagiati conclamati COVID-19. Il cuore di queste criticità rimane la Lombardia.
Le 572 strutture che hanno riportato un totale di 44.457 residenti alla data del 1° febbraio 2020. 3859 di essi sono deceduti dal 1° febbraio alla data della compilazione del questionario (26 marzo-6 aprile). La percentuale maggiore di decessi, sul totale dei decessi riportati, è stata registrata in Lombardia (47.2%) e in Veneto (19.7%).
Sul totale di 3859 deceduti, 133 erano risultati positivi al tampone e 1310 avevano presentato sintomi simil-influenzali.
Il tasso di mortalità nazionale collegato a decessi di persone risultate positive o con sintomi simil-influenzali, è del 3.1% ma sale fino al 6.8% in Lombardia. Da un ulteriore approfondimento, risulta che in Lombardia e in Liguria circa un quarto delle strutture presenta un tasso di mortalità maggiore o uguale al 10%.
In almeno 321 RSA italiane sono attualmente residenti pazienti risultati positivi (con tampone) a COVID-19
L’assenza dei DPI, i dispositivi di protezione individuale, risulta essere la principale difficoltà incontrata nelle RSA nel corso dell’epidemia. Assenza che non sembra attenuarsi.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.