società

Giovani e Resistenti

di Annamaria Ronzio


25 aprile 2021: a 76 anni dalla Liberazione dal nazifascismo mai come ora è importante ricordare che la nostra società, imperfetta e problematica, ha alla base i valori della Democrazia e che senza la Resistenza non sarebbe stato così.
Niente è scontato, i valori democratici riconquistati con il sacrificio di tanti non sono un’acquisizione definitiva. Senza la memoria essi sono destinati ad essere sottovalutati, specialmente da parte di chi non ha vissuto quella stagione epica quando tanti giovani presero nelle proprie mani non solo il loro, ma il futuro di un intero popolo.

Scrive Italo Calvino nel Il sentiero dei nidi di ragno, ogni gesto, anche la violenza, si inscrive nel movimento di verità che anima la storia: quello della liberazione e dell’emancipazione. Calvino, allora ventunenne, insieme al fratello Floriano sedicenne, entrò nella “Brigata Garibaldi” e combatté, per scelta “morale”, l’alternativa non si poneva: … “Perché qui si è nel giusto, là nello sbagliato. Qui si risolve qualcosa, là ci si ribadisce la catena…”


Giovani e giovanissimi, intellettuali e operai, donne e ragazzine sono stati il nerbo della Resistenza che qualcuno ha considerato il vero Risorgimento italiano, la prima e vittoriosa guerra di popolo. Tutti i diritti che oggi consideriamo acquisiti, anche e soprattutto quello di “essere contro” ci sono stati consegnati da chi correndo tanti pericoli ha combattuto perché il dissenso fosse possibile. La Resistenza è stato un fenomeno ideologicamente composito: c’erano
cattolici, comunisti, socialisti e anche semplici cittadini che desideravano solamente un mondo diverso. Diverso da quello oscuro e irrigimentato da un “pensiero unico” che aveva condotto il nostro Paese ad una guerra disastrosa.
Dietro i gonfaloni delle città “medaglie d’oro della Resistenza”, come Milano e Sesto San Giovanni, c’è un ideale di Libertà che come un fiore delicato e bellissimo deve essere protetto e rigenerato.

Scrivi un commento