Un primo risultato concreto il Tavolo per l’Ambiente e l’Ecologia – fortemente voluto dalla Giunta Ornago nell’ambito del filone green della sua attività amministrativa – lo ha già ottenuto: da qualche mese il prato di piazza Canova, zona nord di Villasanta di fronte al Gigante, è diventato un giardino pubblico a basso impatto di manutenzione.
Lo racconta al Punto Sondra Citterico, di professione ortoterapista specializzata nel sostegno a persone con fragilità che, con Patrizia Digiovinazzo, coordina i lavori della sezione Aree Verdi del Tavolo: “Siamo partiti – dichiara – con un bel giro in bicicletta per individuare e mappare le aree verdi esistenti; da lì abbiamo avviato l’analisi e siamo arrivati a individuare i primi due siti su cui intervenire: piazza Canova, raccogliendo anche le sollecitazioni dei residenti che chiedevano una riqualificazione dell’area e via Andrea Doria. Il primo intervento è quasi completato, il secondo è in partenza.”
Seguendo rigorosamente il criterio di non impiantare mai nulla di esotico ma solo essenze autoctone, geneticamente adatte a prosperare senza richiedere una manutenzione costosa e ambientalmente poco sostenibile, il grande prato di via Canova è stato trasformato in uno spazio vivibile per i cittadini e per la piccola fauna che, pur se quasi invisibile, convive quotidianamente con noi: api, farfalle, ricci, uccelli.
Via dunque con la messa dimora di sambuchi, noccioli, prugnoli, rose canine e qualche fiore d’arancio che, in tempi cadenzati nel corso dell’anno, colorano il giardino, profumano e offrono bacche edibili agli animali mentre la zona centrale verrà completata con panchine, alberi e grandi casse con erbe aromatiche. “Queste ultime – sottolinea Sondra Citterico – non saranno poste a terra ma innalzate in modo che tutti, anche persone anziane con qualche difficoltà motoria, possano raggiungerle senza fatica e, perché no, portarsi a casa qualche fogliolina per insaporire le proprie pietanze.”
Piantumata a marzo e a rischio di soccombere alla siccità di questa caldissima estate, “la siepe – sottolinea Citterico – è stata spontaneamente curata e innaffiata dai residenti fino a quando Brianza Acque non ha realizzato il sistema automatico di irrigazione. La nostra ambizione è ora di coinvolgere le scuole per creare insieme dei momenti didattici di conoscenza e di educazione alla natura e rendere il giardino uno spazio vissuto e produttivo“.
Per via Andrea Doria, nello stesso prato in cui si sono riambientati i due grandi bagolari trasferiti da piazza Europa, il progetto presentato al Comune prevede la realizzazione di un giardino arredato e fruibile con panchine, arbusti e piante di pronto effetto. I lavori dovrebbero partire a breve e – anche in questo caso – saranno realizzati dalla società che ha in appalto la manutenzione del verde pubblico.
Nel frattempo è stato aperto un nuovo capitolo di lavoro: “In accordo con l’amministrazione, stiamo prendendo in esame – racconta la coordinatrice – la clausole del Regolamento Edilizio del Comune dedicate al verde e presenteremo una proposta per renderle più stringenti, salvaguardare l’esistente intervenendo solo se è indispensabile e previe valutazioni specifiche caso per caso e, se proprio occoressero tagli ed eliminazioni, prevedere comunque compensazioni adeguate e misurabili con l’impianto di altre essenze nel territorio comunale.” (per approfondimenti vedi qui l’intervento al Festival delle Geografie)
Organizzato in due sezioni, Aree Verdi e Energia (di quest’ultima abbiamo dato conto con l’intervista a Sergio Venezia sulle Comunità Energetiche, ndr), il Tavolo per l’Ambiente è stato creato due anni fa dall’assessore Gabriella Garatti, che ha invitato a farne parte volontari selezionati in base alle conoscenze scientifiche e ai profili professionali.
“Siamo una realtà ancora poco diffusa in Italia – conclude Sondra Citterico – e ci proponiamo anche di fare cultura del verde e di porre la nostra esperienza al servizio di altre amministrazioni locali interessate, delle scuole e degli stessi vivaisti perchè non propongano agli appassionati solo essenze esotiche o di moda, spesso delicate e che richiedono una manutenzione fatta di molta acqua e fertilizzanti, ma di puntare anche sulla flora autoctona, di per sé più adatta al nostro clima, per ridurre l’impatto ambientale e mantenere la biodiversità.”
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