Intervista di Laura Cesana e Mario Origo.
Luca Ornago, con la Lista Cittadini per Villasanta, è sindaco da 2 mandati, 10 anni. Lo incontriamo in Comune, a poche ore dal termine della sua esperienza amministrativa, ancora al lavoro anche se uno scatolone occhieggia a lato della scrivania. Ci risponde ponderando le parole.
Due Giunte, più programmatica la prima – almeno nella percezione comune – più esecutiva la seconda. Quali sono state le differenze?
Operativamente, la prima Giunta ha goduto di una macchina comunale assestata con un metodo di lavoro definito e di un segretario comunale presente a tempo pieno. Questo ci ha consentito di mettere in atto una riorganizzazione che ha portato più efficienza nei settori e un risparmio economico, il cambiamento ha dato un’impronta programmatica. Nel primo mandato c’era un entusiasmo importante di una Giunta che si doveva conoscere e comprendere le peculiarità della pubblica amministrazione. Abbiamo lavorato su idee di progettazione, superando l’incapacità progettuale della Giunta Merlo e ricercando un approccio positivo e costruttivo con gli uffici. Siamo stati bravi e fortunati.
E con la seconda?
Il secondo mandato è stato subito segnato dalla mancanza di un segretario comunale fisso, che ha condizionato anche la condotta politica. Avevamo esigenze importanti per i nostri progetti ma abbiamo avuto difficoltà organizzative. Il secondo mandato, di fatto, è durato 3 anni perché 2 se li è mangiati il Covid, tanto è durato l’arco temporale se si considera il rallentamento prima dello stop e la ripresa poi; io mi sento defraudato di 2 anni di progettualità. Abbiamo gestito l’emergenza con norme in continuo cambiamento; il clima socio-politico, dopo, è stato via via più difficile con l’avvicinarsi delle elezioni.
Che cosa hai imparato da Villasanta e dai villasantesi?
Ho imparato che c’è tanta partecipazione dei villasantesi alla vita associativa. Sono stato qui (in Comune, n.d.r) tutti i giorni per scelta e ho scoperto una vera passione per Villasanta e per il territorio, l’ho toccata con mano. Come crescita personale, ho imparato a essere meno impulsivo – se mai lo sono stato – e meno permaloso, a respirare profondo e trovare soluzioni. Calma, ascolto, pazienza e decisione: li ho messi in pratica.
Che cosa pensi di aver lasciato a Villasanta e ai villasantesi?
Abbiamo lasciato – non solo io ma tutti: Giunta e consiglieri – la percezione che le istituzioni sono molto vicine alla gente, dai bambini fino agli adulti. Questa prima non c’era. È un risultato etico-morale. Penso al successo delle ricorrenze civiche, non più residuali come in passato ma partecipate. Abbiamo portato empatia e assegnato valori: non è banale, se vogliamo pensare la politica da un punto di vista morale. Abbiamo aiutato a ridare fiducia nelle istituzioni.
Villasanta 10 anni fa e Villasanta oggi. Com’era e com’è.
Era chiusa in se stessa, nonostante già allora ci fossero tante associazioni attive. Abbiamo riportato l’arte e la cultura, anche riaprendo l’Astrolabio. Con la nostra azione è diventata più attrattiva e ha imparato a apprezzare l’offerta culturale: è un dato di fatto inconfutabile.
Villasanta è cambiata nelle opere: il nuovo quartiere della stazione, piazza Europa, la piazza del Comune pedonalizzata, piazza Pavese era un cantiere fallimentare: abbiamo ottenuto il suo completamento. Per un anno abbiamo gestito un fatto sociale come lo spostamento del mercato, riuscito al punto che molti non volevano ritornasse in centro. Via Toti era uno sterrato pieno di buche, ora è asfaltata e illuminata.
Sul piano ambientale, abbiamo rifatto l’illuminazione pubblica con 2.000 lampade a led, siamo stati tra i primi a introdurre il sacco rosso per i rifiuti e ora è arrivato anche quello giallo: è stata una rivoluzione dei comportamenti. Con l’urbanistica abbiamo difeso il verde e il suolo libero. Siamo passati da 14 a 160 telecamere per la videosorveglianza; siamo intervenuti anno per anno sulla sicurezza delle scuole.
Non voglio inoltre dimenticare i nuovi Regolamenti comunali, un lavoro nascosto ma che ha facilitato la partecipazione diretta dei cittadini alla vita amministrativa con le Consulte di quartiere, i volontari civici, i Patti di collaborazione.
Soddisfazioni e rimpianti, ne hai?
Ho il rimpianto di non avere sistemato l’impianto di riscaldamento e di raffrescamento del Comune, che ci avrebbe consentito di riutilizzare il piano interrato e di riorganizzare il front office: non è stato possibile per mancanza di risorse umane.
La soddisfazione, dal punto di vista umano, sta nel sentirti di rappresentare il tuo paese, anche in organismi di livello superiore come ATS e CEM. I momenti istituzionali sono stati importanti e mi mancheranno. Sul piano concreto, penso a piazza Europa rimessa a nuovo, allo scioglimento del nodo urbanistico dell’Area Nord con il PGT del 2019.
Come vedi le imminenti votazioni?
È una campagna elettorale molto più passionale e conflittuale, il che non aiuta i cittadini. Vedo una speranza reale – con il realismo della speranza – che possa essere ancora la Lista Cittadini per Villasanta a prendere il testimone; i suoi rappresentanti e Lorenzo Galli, quest’ultimo anche con la sua esperienza di consigliere, sono gli unici in grado di lavorare bene per Villasanta, conoscendola. Gli altri 2 sono a Villasanta solo da pochi anni, anche Pini qui in paese non si è mai visto.
Abbiamo formato una compagine politica che, pur avendo perso delle persone e ciò ha comportato delusioni, ha dato al paese una classe dirigente. È un risultato importante e il presupposto per garantire continuità di valori e competenze e condizione per un rinnovamento.
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