Non è nato a Villasanta ma, dopo decenni di residenza, si considera un villasantese doc Mario Sanvito, baffi grigi e occhi scrutatori che per cinque anni hanno setacciato gli archivi comunali e ogni altro documento sul quale sono riusciti ad arrivare per dare vita Madre del soldato – 100 anni, una lunga galoppata lungo l’ultimo secolo di storia cittadina che tiene come fulcro il monumento ai caduti.
Racconti, documenti, fotografie e considerazioni sul futuro, si legge nel sottotitolo del suo originale volume, che è un saggio storico per le vicende narrate e documentate ma è anche una personale riflessione sul fascismo, sulla guerra, sull’istruzione e l’organizzazione scolastica cuciti insieme seguendo un personale filo rosso che rimanda il senso degli avvenimenti trascorsi e dei loro effetti su ciò che verrà dopo.
Tema centrale dello studio – ribadito nel corso della conferenza di presentazione tenutasi in Villa Camperio sabato scorso per iniziativa di Circolo Amici dell’Arte, Comune e Biblioteca – il monumento ai caduti, la madre fusa nel bronzo dallo sculture Eugenio Baroni e rimasta, per varie vicissitudine, priva del figlio soldato.
Siamo agli inizi degli anni Venti quando la comunità villasantese avverte l’esigenza di provvedere anch’essa ad onorare la memoria dei suoi caduti nella prima guerra mondiale, 83 precisa Sanvito, a cui si accompagnano – fra il 1918 e il 1920 – gli 82 morti di Spagnola. In tutto siamo al 2,2% della popolazione.
Il “comitato pro-monumento” vede l’impegno personale del sindaco Emilio Erba, dell’ammiraglio Filippo Camperio e del parroco don Luigi Galli. Nel 1921 viene affidato l’incarico allo scultore genovese Eugenio Baroni, non nuovo a questo tipo di monumenti commemorativi, che per noi immagina quella madre di arcaica severità che ben conosciamo ma che davanti a sé avrebbe dovuto contemplare con angoscia il figlio in partenza per il fronte. Per i costi eccessivi, si decise di accettare il bozzetto di Baroni “decurtandolo” del figlio soldato di fanteria. E così Villasanta diventa la proprietaria della “pora dona”, secondo la definizione popolare che denuncia l’orrore della guerra con la sua sintesi estrema.
Collocata inizialmente nella attuale piazza Camperio, la statua segue lo sviluppo edilizio villasantese e trasloca: per lasciare spazio a nuove abitazioni, nel 1960 arriva in piazza Martiri della Libertà e guarda il Comune dalla sua aiuola sopraelevata, nel 2010, in occasione della costruzione del parcheggio sotterraneo, viene spostata sul lato est, scende dal piedistallo e ci lascia guardare da vicino le sue scarpe chiodate.
Il primo spostamento impegna il Comune fin dal 1957 fra richieste dell’impresa costruttrice che la considera un ostacolo, nomina di una Commissione tecnico-artistica da hoc, conferimento dell’incarico all’architetto Piero Borradori per la realizzazione della nuova sistemazione e una fitta corrispondenza con le associazioni dei combattenti e reduci, delle famiglie dei dispersi e caduti, dei mutilati e invalidi e anche dei partigiani preoccupate che non venga meno il giusto decoro. Alla fine, il progetto piace e ottiene il placet dei tanti soggetti coinvolti.
Ma c’è una voce fuori dal coro: è quella della famiglia Camperio che, vantando la donazione iniziale del terreno, accusa il Comune dello sgarbo istituzionale di non averla avvisata dello spostamento e di aver voluto “incamerare” fra i propri beni il piccolo appezzamento a suo tempo donato per un uso civico. Il sindaco risponde porgendo le scuse e assicurando che lo spazio lasciato libero dalla “pora dona” diventerà una piazza ad uso pubblico. Ma le scuse non bastano, la querelle si trascina e si concluderà solo con la “capitolazione” della Giunta e l’intitolazione all’ammiraglio Manfredo Camperio della piazza in questione e ai Fratelli Manfredo e Filippo Camperio – Patrioti della via che divideva la loro proprietà da quella Colombo.
Pochi anni dopo, sarà proprio la famiglia a vendere un ampio lotto a un’altra impresa costruttrice comparsa sulla scena villasantese e il volto del paese cambierà ancora.
Madre del Soldato 100 anni di Mario Sanvito è consultabile in biblioteca e acquistabile alla libreria Pagina 59 di via Confalonieri.