Lunedì sera, dopo un dibattito pacato in aula, è stato respinto con il voto compatto della maggioranza Ornago l’ordine del giorno presentato dai consiglieri della Lega Salvini che mirava alla “Universalizzazione del divieto di ricorso alla surrogazione di maternità da parte del cittadino italiano.”
Se approvato, il testo – tra l’altro presentato contestualmente in molti comuni italiani – avrebbe impegnato il sindaco e la giunta “a sostenere e sollecitare, per tramite del Presidente della Camera dei deputati, la più celere calendarizzazione” delle tre proposte di legge (AC. 342/2022, AC. 887/2023 e AC. 1026/2023) a suo tempo presentate per introdurre “nella legge della Repubblica Italiana un esplicito divieto universale di accesso alla pratica della maternità surrogata anche in Paesi stranieri”.
In sostanza, verrebbe introdotta nel nostro codice la punibilità della maternità surrogata anche se concordata e condotta a termine in uno stato dove essa è possibile.
Come è noto, il ricorso alla maternità surrogata è già vietato in Italia – e punito con la reclusione da 3 mesi a 2 anni e con una multa da 600.000 euro fino a 1 milione di euro – ma è consentito in alcuni stati europei e in alcuni stati americani.
Ogni paese prevede modalità e limiti propri.
I cittadini italiani che vi si recano con questo scopo ne possono dunque usufruire legalmente, anche se il divieto di trascrizione della nascita nelle anagrafi dei comuni italiani per le coppie omogenitoriali – recentemente introdotto, fra le polemiche, dal Governo – rende ora molto difficile regolarizzare la posizione dei figli concepiti da un’altra donna e crea, di fatto, minori meno tutelati.
Gli interventi dei consiglieri di opposizione hanno sostenuto il tema all’ordine del giorno motivandolo con la volontà di salvaguardare le donne – che spesso accettano tale pratica spinte dal bisogno economico – e di interrompere il flusso di affari di cliniche estere che gestiscono la maternità surrogata.
“In Europa – ha osservato l’assessore ai Servizi Sociali, Laura Varisco – la maternità surrogata è consentita in forma altruistica nel Regno Unito, Paesi Bassi, Danimarca, Portogallo (ma non il ricorso da parte di stranieri non residenti). Anche in Belgio è praticata solo in forma altruistica e solo per i residenti, mentre Ucraina, Grecia e Georgia sono diventate alcune delle prioritarie destinazioni per la maternità surrogata commerciale per le coppie eterosessuali.”
La gravità e la delicatezza del tema sono state sottolineate dai numerosi interventi degli altri esponenti della maggioranza: le consigliere Patrizia Bestetti e Giulia Sala, l’assessore Sormani che – a vario titolo – hanno sottolineato come il giudizio su tale pratica attenga innanzitutto e strettamente alla morale e alla coscienza di ognuno; sono stati però uniti nel considerare superficiale l’approccio al tema e solo punitiva e repressiva l’idea di introdurre l’universalità del reato mentre sarebbe invece opportuno avviare un dibattito e un confronto approfonditi sul tema che coinvolga l’intera società per arrivare a decisioni legittime e ponderate in Parlamento
Tutti e tre hanno posto l’accento sulla necessità di “tutelare i nascituri e le donne che iniziano questa pratica con una regolamentazione “che eviti di lasciare spazio – ha sottolineato Bestetti – a una rischiosa clandestinità.“
“Resta inoltre aperto – è stato notato da Giulia Sala – il grande capitolo delle adozioni, che nel nostro paese spesso non sono facili e che invece andrebbero opportunamente favorite per dare una famiglia a tanti minori e rispondere al desiderio di genitorialità espresso da tante persone, in coppia o singole.”
Al termine della discussione, l’ordine del giorno è stato respinto con i 9 voti degli esponenti della Lista Cittadini per Villasanta presenti alla seduta; sì scontato dei 4 consiglieri del centro-destra Cambiaghi, Cilfone, Casiraghi e Ubiali ai quali si è aggiunto Ganino; astenuto Frigerio.